Principale Politica Giuramento sobrio e rapido, il Covid impone una cerimonia essenziale

Giuramento sobrio e rapido, il Covid impone una cerimonia essenziale

È durato meno di un’ora. Molti ministri avevano già fatto parte di esecutivi, non c’è stato tempo per i convenevoli di rito.

Low profile, tutte le sfumature del grigio e del blu fino a toccare il nero, pochi momenti di emozione. Il nuovo governo guidato da Mario Draghi ha giurato al Quirinale nelle mani di Sergio Mattarella ma ha riservato pochi sprazzi di colore.

Sicuramente il Covid ha ingessato la cerimonia, che si è dovuta svolgere senza pubblico, senza parenti emozionati, senza i flash dei fotografi e le prime domande dei giornalisti. Le 24 sedie bianche distanziate, niente stretta di mano, grande attenzione a non scambiarsi la penna stilografica per la firma del decreto di nomina.

Anche la tradizionale foto di gruppo si è svolta nell’attiguo salone dei Corazzieri, sanificato poco prima, con le postazioni su una piattaforma blu a gradini a debita distanza l’uno dall’altro e su tre file di diversa altezza. E ovviamente niente brindisi. Ma anche la sobrietà è stato fin da subito il tratto che ha caratterizzato la cerimonia.

Gli uomini erano tutti in completo blu o grigio, il premier con una cravatta rossa a pois bianchi. Unica nota di colore la cravatta rossa di Andrea Orlando, ministro del Lavoro. Forse per proteggersi dal freddo il ministro del’Istruzione Patrizio Bianchi ha indossato un gilet di maglia scuro. Sono lontani i tempi in cui i fotografi impazzivano per le mise colorati delle ministre, le new entry hanno indossato tutte tailleur pantalone scuro con camicia o top bianco.
Uniche eccezioni il ministro della Disabilità Erika Stefani che ha esibito una giacca a scacchi bianca e nera, il ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone che ha ‘osato’ un tailleur gonna ma non si è distaccata dalla nuance scura.

Pochi i momenti di emozione, perché l’altro tratto che distingue la compagine di governo è l’esperienza. Tutti i ministri politici hanno già ricoperto un ruolo nei governi passati, tutti i ministri tecnici hanno avuto incarichi di grande responsabilità in istituzioni o aziende.

Alcuni, come la ministra Elena Bonetti, confermata alla famiglia, hanno addirittura recitato a memoria la formula del giuramento. Velocissima dunque la cerimonia, in meno di un’ora Draghi e i suoi ministri hanno lasciato il palazzo del Quirinale per raggiungere palazzo Chigi per il rito della campanella e la prima riunione del Consiglio dei ministri.

I fotografi e i giornalisti che attendevano in piazza i nuovi ministri sono rimasti per lo più delusi. Solo Patrizio Bianchi e Dario Franceschini hanno rilasciato una breve dichiarazione, solo Renato Brunetta ha salutato, con fare esperto, i cronisti. Piccola curiosità: come il premier incaricato per pochi giorni Carlo Cottarelli tre anni fa, anche Vittorio Colao, neo ministro dell’Innovazione tecnologica e digitale, ha lasciato il palazzo trascinandosi dietro un trolley e indossando un giovanile zainetto. Poi, tutti in auto, i ministri hanno raggiunto palazzo Chigi, da questo pomeriggio le cerimonie sono finite e si deve governare il Paese.

AGI – Agenzia Italia

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