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Dal Ministero dell’ Ambiente alla Transizione ecologica : la svolta ecologica del Governo Draghi

In questi giorni di febbrili trattative per dare al paese non un governo ma il Governo della svolta europeista dell’Italia, suscita curiosità e desta interesse la creazione di un nuovo dicastero quello della transizione ecologica. Da tempo il Ministero dell’Ambiente e le struttura dello Stato deputate alla tutela ambientale si occupavano di economia circolare .In realtà al Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare esiste da qualche anno  la Direzione generale per l’economia circolare che svolge, tra le altre sue funzioni al punto a) la promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare.

Quindi già esiste nella mission del Ministero dell’Ambiente la transizione ecologica. Ma attenti a coniugare l’obiettivo con un programma fattibile e realizzabile con risultati tangibili. Basti pensare alle risposte necessarie a seguito del caso dell’ILVA di Taranto questo come si traduce ? Dal 2018 si sta tenendo a Taranto il processo in Corte d’Assise  “Ambiente svenduto” che ha causato morti e danni  alle persone e alla natura irrimediabili. La risposta sulla verità processuale è solo al primo grado e non può essere esaustiva.  Un fatto emerso  e inconfutabile è che si poteva fare meglio e soprattutto esistevano dei perimetri e soglie da non superare che sono state oltrepassate ben oltre ogni limite.

Ma Taranto e il suo territorio meritano altre risposte sul risanamento di una città meravigliosa cheaspetta da anni un futuro diverso.

Tutto va bene purché non divenga come la chimera del risanamento del bilancio delle Ferrovie dello Stato dell’allora Governo Aldo Moro ( dicembre 1963- giugno 1968) obiettivo perseguito con grande onestà intellettuale dal Vicepresidente del Consiglio Pietro Nenni, ma fatica improba mai raggiunta.

Molto dipenderà dall’orizzonte temporale del Governo Draghi che deve durare il tempo necessario a varare riforme che devono sbloccare il paese perché i cittadini possano accorgersi ed esclamare “qualcosa sta cambiando”.

Ormai in queste ore le parole svolta, cambiamento, transizione sono diventate il leitmotiv e rischiano di disorientare. L’obbligo di riorganizzare un Ministero così complesso impone un cambio culturale , dovrà essere opera di uomini e donne che si occupano da tempo di economia circolare, di sostenibilità ambientale, anche di patologie la cui causa è determinata dalla presenza in alimenti e immobili di agenti inquinanti ma esige l’immissione di nuove energie e competenze capaci di avere il carisma dell’insieme da me richiamato nel precedente articolo. L’analisi capillare e la conoscenza dell’esistente è essenziale per organizzare e programmare il futuro. La scelta di utilizzare una piattaforma piuttosto che un’altra non è indifferente, andranno effettuate opzioni radicali per evitare che la competenza venga improvvisata, coinvolgendo anche le piccole e medie imprese in percorsi virtuosi da cui trarre vantaggi e non tediandole con ulteriori adempimenti burocratici.

L’educazione scolastica sarà fondamentale nella consapevolezza che l’alta professionalità in cambio ambientale dovrà essere al servizio di chi sa meno perché fa altro. Quanto tempo servirà? Sicuramente più di un anno e un piano del genere dovrà essere spalmato sia in questa legislatura che nella prossima.

I partiti dovranno concepire e comprendere che l’Ambiente è un fatto culturale e merita un approccio cultuale, sì nel senso di culto che si deve ad un bene l’Ambiente che è composto non solo di beni naturali ma anche di comportamenti nell’uso delle risorse quali aria e acqua per non  disperdere quanto non è inesauribile ma può finire. Le fabbriche dovranno essere nel medio e lungo periodo tutte convertite e produrre beni più durevoli , la cultura dell’usa e getta non potrà essere più la bussola, ma la produzione di beni durevoli dovrà essere incentivata con sgravi fiscali e contributi alla produzione.

L’Ambiente in definitiva dovrà essere il fulcro per aumentare l’occupazione e la creazione di nuove professionalità che troppo spesso sono state ritenute marginali o di nicchia rispetto ai processi produttivi tradizionali.

Nessuno ha la bacchetta magica ma il governo è opera di uomini e donne che hanno l’obbligo di operare presto e bene dovrà tener conto che il tempo delle incertezze è finito e Mario Draghi nella consapevolezza.

E per favore non diciamo che il governo Draghi è la sconfitta della politica, certo è la sconfitta di un modo tetro e poco trasparente di intendere la politica. Questa è arte del buon governo, farsi prossimo per risollevare chi è caduto e aiutare chi sta perdendo ogni speranza.

La parola clima divenga bene comune in cui la bonifica di siti inquinati divenga priorità pari a quella della lotta al COVID. Mai come nel settore ambientale tocchiamo con mano di avere bisogno gli uni degli altri per la diversità delle competenze in campo e ognuno dovrà acuire la forte capacità di capire il proprio limite, perché la sapienza sta nel riconoscimento del limite. Penso a medici, ingegneri, architetti, giuristi ambientali. Il rifiuto come risorsa divenga volano di sviluppo concreto per tutti. Naturalmente la qualificazione dello stesso nell’individuazione della sua eventuale pericolosità attraverso criteri scientifici è il discrimen per comprendere quale norma applicare al suo corretto smaltimento.

Questa rivoluzione copernicana  richiama l’essere fratelli nei comportamenti. Padre Antonio Spadaro presentando l’enciclica Fratelli tutti ricorda che “Il riconoscimento della fratellanza cambia la prospettiva, la capovolge e diventa un forte messaggio dal valore politico: tutti siamo fratelli, e quindi tutti siamo cittadini con uguali diritti e doveri, sotto la cui ombra tutti godono della giustizia”.

La tecnica non sia preda dei tecnicismi ma divenga esercizio di crescita umana in termini di risultati di miglioramento dell’efficientamento  energetico coniugato come sinonimo di benessere. E come ricorda Paul Connett docente di chimica ambientale alla St. Lawrence University, NY la nostra bussola sia “ Dio ricicla, il diavolo brucia”.

Dario Felice Antonio Patruno

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