Scirocco
“Quand u Favùgn ‘mprén a Vorij
Basc’n i figghij jacquarùl”
(Quando il Faugno ingravida il Grecale
Nascono giorni d’acqua)
Amo lo Scirocco
dai nostri vecchi chiamato
vento di faùgno.
Caos e disordine
Trauma e lacerazione
di stagioni immobili
Porta granelli di sabbia
e vortici di aridi deserti
Gialli scrosci di rabbia
ed impotenza
Voci di chi è senza voce
Aliti strozzati di chi non
sa più respirare.
Scrosta gli intonaci
Delle nostre case
Raschia le pareti delle
nostre anime.
Permea i pori della pelle
e inaridisce la trachea
Ostruisce le narici e
ottenebra gli occhi
della mente.
Ingravida il mare freddo
dell’indifferenza
Scatena temporali che dilavano
le croste e le ferite.
Acque feconde libera
che a nuove primavere
scuotono la terra
Di nuova linfa
di nuove speranze
dissetano l’umanità