Principale Politica Le regioni e il caso del ‘rosso scuro’

Le regioni e il caso del ‘rosso scuro’

L’Edc, il centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, prima classifica come aree di crisi per il covid Emilia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e  provincia di Bolzano, poi cambia: solo le ultime due. Ma i ‘governatori’ insorgono.

All’inizio tre regioni. Poi la correzione: solo il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Bolzano. Cambiano nel giro di poche ore le zone ‘rosso scuro’ individuate dalla Ue nel nostro Paese per l’emergenza covid, in tempo però per scatenare la reazione furibonda dei governatori.

La prima ‘bomba’, già in aria da qualche giorno, arriva con un’indiscrezione poco dopo pranzo: l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione della malattie, ha pubblicato la mappa aggiornata della situazione epidemiologica basata sulle nuove indicazioni: tre regioni italiane, sono in zona rosso scuro. Si tratta di Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna.

In sostanza questi territori sono considerati ad alta trasmissione del virus e, sulla base delle nuove indicazioni, dovrebbe essere richiesti il test negativo anti-Covid e la quarantena per uscire dal Paese.

Una ‘doccia fredda’ considerato che solo pochi minuti prima il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini aveva invece sparso ottimismo: “Speriamo di poter essere già da domenica zona gialla”.

“L’Emilia Romagna “è ben al di sotto della soglia indicata dall’Europa stessa di 500 casi di positività ogni 100mila abitanti oltre la quale si viene indicate come zone ‘rosso scuro’ – insorge l’amministrazione regionale – nella nostra regione è stata di 205 su 100mila abitanti nella settimana dal 18 al 24 gennaio”.

Non meno dura la replica che arriva dal Veneto: “Da questi organismi europei puoi aspettarti questo e altro. E’ scandaloso – replica a muso duro il governatore Luca Zaia – Acquisiremo tutti i documenti e andremo fino in fondo per capire su che basi si fonda questa pubblicazione, chi l’ha diffusa, che dati sono stati usati, e qualora emergessero incuria, inesattezze, leggerezze, non mancheremo di tutelarci”.

“Insistono – incalza – pur avendo visto i nostri chiarimenti, pur avendo noi ampiamente documentato trattarsi dell’utilizzo di un parametro non omogeneo e quindi inattendibile. E’ il paradosso della virtuosità perché viene colpito chi fa più tamponi e quindi trova più casi.

Con questa improvvida pubblicazione questi signori non hanno certo ottenuto il risultato di contrastare il Covid, ma quello di ammazzare un’economia come quella veneta totalmente globalizzata, come quella della Regione più turistica d’Italia, nella quale vengono da tutto il mondo il 66% dei 70 milioni di turisti che ogni anno scelgono il Veneto. Solo questo costituisce un danno gravissimo per il quale andremo fino in fondo per tutelarci al meglio”.

Passa però qualche ora e l’Ecdc aggiorna la mappa epidemiologica e rimuove dall’indicazione rosso scuro l’Emilia Romagna e il Veneto.

È vergognoso che l’Ecdc – ribatte il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – abbia oggi aggiornato la mappa dei contagi da Covid-19 in Europa, collocandoci in rosso scuro. Chiediamo al Governo di intervenire subito a livello europeo per chiedere la correzione di questa mappatura che, prendendo in considerazione un unico parametro, penalizza esclusivamente chi è in grado di fare molti tamponi”.

Non protesta l’Alto Adige dove, da domenica 31 gennaio al 15 febbraio resterà chiusa tutta la gastronomia. La nuova ordinanza è stata firmata dal presidente della Provincia Autonoma, Arno Kompatscher. All’interno dell’ordinanza si legge che viene consigliato di indossare la mascherina Ffp2 e raccomandato di non ricevere persone esterne al nucleo familiare.

AGI – Agenzia Italia

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