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Marciapiedi, strade e giardini pubblici cessi dei cani. Una vergogna non più sostenibile

 Giovanni Mercadante

Chi è più educato il cane o il suo padrone per il decoro della città? Molti cittadini hanno segnalato alla nostra Redazione locale un  fenomeno non più tollerabile. Abbiamo preso visione accompagnati da alcune persone infuriate. 

“Cacate fumanti” come “cadeau” sulle strade, sui marciapiedi, nei giardini pubblici. L’orario preferito dagli sporcaccioni che amano i cani: nelle prime orde del mattino e nel primo pomeriggio: ore 14.00. Chi controlla questo esercito di zozzoni? Nessuno!

Via Pompei – Scuola elementare S. Francesco

Il cane è l’animale più fedele all’uomo. Da compagnia e da guardia.

Da compagnia: dorme nel letto con il suo padrone o con la padroncina. Lo si coccola meglio di un figlio o di un fratellino, insomma è il proprio giocattolo; padrone e cane si baciano, come se fossero amanti. Le attenzioni a questo animale superano quelle di un normalissimo congiunto. Cibo, toiletterie, visite al veterinario, guinzaglio firmato; per quelli di piccola taglia: civetteria assoluta: cappottino termico per l’inverno,  collare ingioiellato. Beh, cosa  vuoi?  Fa parte della famiglia.

Certo, è il componente più rispettato; niente sgridate, ma solo amore, carezze, in cambio della sua incondizionata fedeltà.

Fin qui non ci sarebbe nulla di male; tutto condivisibile, siamo in piena democrazia, a condizione che  gli sporcaccioni non invadano la sfera degli altri cittadini. Qualcuno obietterà: gli incivili ci sono dappertutto,  “non sono io, perché mi porto appresso le bustine di plastica per raccogliere le “cacate” del mio  “amato” cagnone o cagnolino”.

Allora, gli esempi sono necessari per denunciare un comportamento  incivile.  E’ normale portare i cani a fare i loro bisogni nei giardini pubblici dove i bambini amano giocare all’aria aperta? Le  deiezioni rilevate sono enormi: specialmente di quelli di grossa taglia. Sui marciapiedi non si può più camminare; ogni 10-20 metri trovi il “cadeau” che inavvertitamente viene calpestato; il malcapitato si porta   a casa il pensierino dello “stronzo” che furbescamente non  lo ha raccolto, perché anche a lui o a lei fa schifo e senso raccogliere quella “cosa molliccia e fumante”. E con un fare da volpino, si allontana velocemente dal luogo del “crimine”; sarà la prossima pioggia a lavare il marciapiede, caso contrario sarà il sole a seccare la “cacata”. Ma non è tutto.

La pipì dei cani è altamente corrosiva. Gli angoli dei palazzi, dei pali della luce, sono i luoghi preferiti dove i  “fedelissimi” a quattro zampe amano scaricare il loro liquido.

Bene, questi luoghi comuni, comunemente detti “orinatoi dei cani”, diventati di un verde-rame,  hanno fatto incazzare molti proprietari che hanno deciso di sistemare agli angoli delle proprie abitazioni una bottiglia di plastica piena d’acqua o un boccione da 5 litri per farli desistere dall’orinare nel luogo diventato a loro familiare.

La nostra Redazione locale avvertita del fenomeno ormai senza freno,  ha chiamato l’ANPANA/Associazione nazionale per la protezione degli animali natura e ambiente,  (Guardie Ecozoofile),  nella persona di Michele Girardi, il quale ha dichiarato che il loro servizio è di  puro volontariato, di conseguenza il controllo del territorio è subordinato al loro tempo libero, in altri termini, ci è sembrato di capire,  non vengono pagati. Affiancano  tutte le Forze dell’Ordine sulla vigilanza del territorio, randagismo, tutela e difesa dell’ambiente. Il loro servizio sembra piuttosto superficiale, perché le infrazioni degli sporcaccioni non hanno limiti.

Strade, giardini e marciapiedi sono disseminati di “cacate” (usiamo il termine appropriato per far capire meglio il messaggio, perché  “deiezioni” è un termine colto che non rende bene).

E’ auspicabile che detta Associazione prenda opportuni provvedimenti facendo appostare una pattuglia nei luoghi segnalati per cogliere in flagranza di reato i trasgressori.

Anche la Polizia locale, per bocca del  Commissario Angelo Tragni della   Protezione civile, ha dichiarato che  il loro impegno  è costante sul controllo del territorio;  molti trasgressori proprietari di cani sono stati sanzionati per infrazioni di diversa natura. Il fenomeno delle deiezioni è un problema che affligge il centro urbano. Tuttavia, va detto che il personale della Polizia locale prende servizio alle ore 08.00 del mattino; i cani hanno già fatto i loro bisogni qualche ora prima.

Quindi difficile cogliere sul fatto i proprietari. La stessa cosa per il pomeriggio; si allenta l’attenzione con l’ora di pranzo, ed anche qui manca il personale.

Da quanto ci è stato detto   i Carabinieri e la Guardia di Finanza potrebbero sanzionare i tanti zozzoni. Tuttavia, non crediamo che queste due Forze dell’ordine possano essere distolte da servizi molto più importanti.

Allora si fa appello alla sindaca Rosa Melodia  e alla sua Assessora all’Ambiente, Loretta Moramarco, a prestare maggiore attenzione al decoro della città, visto che l’Amministrazione in carica si vanta di aver ricevuto il titolo onorifico di “Città d’arte”.

E’ un blasone che  bisogna meritarselo sul campo, non attraverso le raccomandazioni; sa di uno studente  che ha superato l’esame di Stato per amicizie altolocate.

Una città d’arte, nell’immaginario collettivo,  significa avere tutti i requisiti: in primis i cittadini rispettosi delle regole comportamentali, e poi di uno stile di vita della comunità che custodisce tutti quei tesori tramandati dalle generazioni passate per rendere piacevole e interessante il territorio. Altrimenti, per usare un altro eufemismo locale significa: “Tutto fumo e niente arrosto”.

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