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Lorenzo Cesa è indagato in Calabria per mafia. Il M5s blocca il dialogo con l’Udc

Il segretario nazionale si dice disponibile ad incontrare gli inquirenti, confida “nell’operato della Magistratura” e conclude di essere “sereno di fronte alle evidenze documentali di questa dolorosa vicenda”. Parole insufficienti per due degli esponenti più in vista del Movimento, che stroncano sul nascere la possibilità di un accordo di maggioranza con il partito

© Armando Dadi / AGF
– Lorenzo Cesa

Le dimissioni di Lorenzo Cesa “con effetto immediato” da segretario nazionale dell’Udc non bastano. Il Movimento 5 stelle chiude la strada a ogni possibile dialogo con “chi e’ indagato per reati gravissimi”. Cesa ha ricevuto questa mattina un avviso di garanzia per associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso su fatti risalenti a oltre tre anni fa.

“Da una prima lettura sommaria degli atti a me notificati dalla Procura di Catanzaro – scrive in una nota l’ex parlamentare – prendo atto del mio coinvolgimento in una limitata vicenda, contigua all’indagine ben più ampia che ha interessato oltre 40 persone, sarebbe cristallizzata ad una partecipazione ad un pranzo di lavoro organizzato a Roma da Franco Talarico, nel luglio del 2017, unitamente ai suoi commensali di cui non ricordo neanche il nome”.

Cesa si dice disponibile ad incontrare gli inquirenti, confida “nell’operato della Magistratura” e conclude di essere “sereno di fronte alle evidenze documentali di questa dolorosa vicenda”. Parole insufficienti per due degli esponenti più in vista del Movimento, che stroncano sul nascere la possibilità di un accordo di maggioranza con il partito.

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, non citano il caso Cesa, ma con un post su Facebook e con una dichiarazione all’AGI, bloccano ogni trattativa con l’Udc per allargare il perimetro della maggioranza. “In queste ore siamo al lavoro per un consolidamento della maggioranza, un processo complicato e ambizioso allo stesso tempo, perché il Paese ha bisogno di ricominciare a correre – scrive sui social il ministro degli Esteri – le imprese devono lavorare, le famiglie hanno il diritto di poter pianificare il loro futuro. Ma con la stessa forza con cui abbiamo preso decisioni forti in passato, ora mi sento di dire che mai il M5s potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi”.

Sulla stessa linea è Alessandro Di Battista: “Con chi è indagato per reati gravissimi, al tavolo noi non ci sediamo”, ribadisce prima di attaccare chi accusa il Movimento di cercare intese per rafforzare il governo in Parlamento: “Mi sembra del tutto legittimo – di fronte ad una crisi indegna creata dall’insipienza politica di uno come Renzi – cercare voti sostitutivi perché è il Paese che ne ha la necessità“, dice.

Al fianco di Cesa si schiera tutto il suo partito. Paola Binetti gli assicura “piena stima, massima fiducia e grande affetto. Sono certa che uscirà a testa alta da questa vicenda giudiziaria dimostrando di essere lontano dalle circostanze contestate. Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura che deve fare il suo corso velocemente per fare chiarezza sui fatti”, sottolinea ancora la senatrice. Pensiero condiviso da Antonio De Poli, presidente dell’Udc: “Sono umanamente vicino e intendo esprimere la mia solidarietà a Lorenzo Cesa che, oltre a essere il segretario del mio partito, è un amico e un punto di riferimento”.

Per Forza Italia, Anna Maria Bernini, capogruppo in Senato, “le dimissioni, immediate e non dovute, da segretario dell’Udc confermano la sua correttezza e la sua comprovata sensibilità istituzionale“, mentre Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera auspica che Cesa “possa al più presto dimostrare la sua estraneità ai fatti”. agi

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