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Manifesta infedeltà

Esattamente cento anni fa, il 21 gennaio del 1921 si chiudeva il congresso di Livorno dove si ebbe la frattura tra socialisti riformisti e socialisti rivoluzionari che fondarono il Partito comunista, sotto la spinta e la guida di Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci. E proprio oggi, nel centenario,  il Manifesto che si vanta di essere un  “quotidiano comunista” se ne esce fuori con un insensato ditirambo allo svanito Biden il quale in una cerimonia degna di una televendita – a riprova della spaventosa e violenta decadenza dell’ìmpero – ha assunto il potere: “E’ una nuova era”  scrivono in lode del corruttore dell’Ucraina e del boia della Colombia i volonterosi redattori che naturalmente, anche loro tengono famiglia. E poi “uniti contro il suprematismo” di cui però non si sono mai accorti prima, sotto Clinton e sotto Obama e nemmeno una parola contro le luttuose ingerenze dell’impero, contro il nuovo accanimento contro la Siria e la conferma della lotta contro la Cina. Insomma non è davvero rimasto nulla, solo il ricordo che è ormai l’unica cosa onesta che possiede questa sinistra reazionaria che parla solo se i ricchi glielo permettono. Onesta perché tanto non c’è più alcun alcun bisogno di accapigliarsi sulle interpretazioni di ciò che hanno rinnegato divenendo una gazzetta social liberale opportunista e filo imperialista .

L’obbedienza all’ ideologia neo liberista e globalista con il suo pesantissimo attacco alle libertà e alle conquiste sociali e la sua piccola chincaglieria di topoi ipocriti data in compensazione come le perline dei conquistadores agli indigeni, è tale  che il Manifesto abbozza anche quando qualche algoritmo di quei social che sono stati e sono il “partito” di Biden, anzi sono più Biden di lui, agisce contro la testata: qualche giorno fa Google ha cancellato l’app del giornale non si sa bene per quale motivo, ma poco importa perché gli algoritmi sono come degli squali che appartengono all’inconscio di un’ ideologia, sono la sua forma di automazione. La lezione che essi impartiscono è che non basta agitare il turibolo della lode anche di fronte alle più orribili schifezze, bisogna proprio essere convinti e non basta essere nemici dei nemici, ovvero di Trump bel caso specifico, ma bisogna anche essere amici degli amici. E il Manifesto di certo non si è sottratto alla prova fedeltà.

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