Principale Politica Governo. Quota 161 lontana. Conte a caccia di voti

Governo. Quota 161 lontana. Conte a caccia di voti

 Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prepara per il discorso alle Camere, ma al momento sembra difficile per il Governo raggiungere quota 161 al Senato. Il Pd parla di “rischi di aprire scenari imprevedibili” e invita i partiti ad affrontare in sede parlamentare le proprie responsabilita’. L’Udc si sfila: “Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra”. Renzi scommette sul ruolo di Iv: “Al Senato i 18 senatori saranno decisivi visto che la maggioranza al momento e’ tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti”. Botta e risposta fra Carlo Calenda e Clemente Mastella per una telefonata in cui avrebbero parlato dell’appoggio di Azione al governo di Giuseppe Conte in cambio della candidatura di Calenda a sindaco di Roma.

“L’Italia ha bisogno di sicurezza, stabilita’ e futuro. Invece, come prevedibile, con l’apertura della crisi da parte di Italia Viva si stanno determinando condizioni sempre più difficili per garantire un governo adeguato al Paese in una situazione di emergenza, rischiando di aprire scenari imprevedibili”. Lo si legge in una nota del Pd. “Dopo l’approvazione della bozza di Recovery per la rinascita e lo sviluppo e in piena pandemia, con la crisi l’ltalia sta pagando un prezzo immenso. Il Pd lo ha sempre ribadito con grande chiarezza e trasparenza: i problemi vanno affrontati e risolti, non aumentati e fatti esplodere. Ora per garantire una piena trasparenza si vada nelle sedi appropriate, quelle parlamentari, dove tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità per salvaguardare gli interessi del Paese”, conclude la nota del Pd.

Il vicesegretario Andrea Orlando rimarca: “il tema che si porra’ un minuto dopo la fiducia, se ci sara’, e’ consolidare la maggioranza, siglare un nuovo patto di legislatura e lavorare alla ricostruzione di un campo con le forze che hanno dato segnali ma che non si sono ancora sentite di fare questo passo, pur volendo prendere le distanze dalla destra sovranista”. Il numero due del Nazareno non nasconde che, sebbene ci sia “una disponibilita’ di forze intermedie a garantire la stabilita’ in questa fase, non abbiamo alcuna sicurezza”.

L’Udc si sfila dalla partita: “Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel centrodestra. I nostri valori non sono in vendita”. Ma nel Maie, il movimento fondato da Ricardo Merlo, che si appresta a diventare la quarta gamba dell’attuale maggioranza – regna l’ottimismo: “La fiducia passera’” al Senato, anche se “i numeri li sapremo solo martedi’”, dice lo stesso sottosegretario, che precisa: “Non vogliamo assolutamente diventare il partito di Conte ma siamo un gruppo di parlamentari che hanno in Conte un punto di riferimento, crediamo nel suo progetto politico”.

“Le elezioni sono l’ultima ipotesi possibile, se non ci sono altre soluzioni. Prima vediamo che cosa succede martedi’”. Il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, frena sull’ipotesi delle urne caldeggiata da Salvini e Meloni. “Prima deve essere sciolto il nodo governo” spiega uscendo da via Bellerio dove si e’ tenuta la riunione di centrodestra. Dal vertice emerge che “Il centrodestra e’ coeso, ha partecipato” in video collegamento “anche l’Udc. Un chiaro segnale che e’ parte integrante del centrodestra anche in questa fase”. Quanto alla possibilita’ che ci siano senatori del M5s interessati a passare al centrodestra Tajani non si sofferma sul numero preciso: “Sono tra i 4 e gli 8, 5 o 6, e’ un pour parler. C’e’ un confronto aperto, poi si vedra’. Noi non abbiamo chiesto a nessuno, non abbiamo nulla da offrire. C’e’ un certo movimento”.

Se il governo Conte non ha i numeri in Parlamento si torni al voto o si lasci spazio al centrodestra. Lo ha spiegato il segretario della Lega Matteo Salvini al termine del vertice di centrodestra a Milano. “La via maestra in democrazia quando cade l’ennesimo governo sono le elezioni. Se uno mi chiedesse se il centrodestra e’ pronto a prendere per mano questo Paese, ha le idee, gli uomini, le donne, i progetti, la risposta e’ ‘si”. Se ci chiamassero a dimostrarlo noi domani saremmo pronti”, ha detto Salvini. “Se hanno i numeri – ha proseguito – li tirino fuori e ricomincino a lavorare. Se non hanno i numeri si facciano da parte e o si va alle elezioni, cosa che in democrazia mi sembra naturale, oppure lascino al centrodestra l’onere e l’onore di farsi carico dei problemi di questo paese. Quello che non e’ accettabile e’ questo tirare a campare”. “Io sono disgustato e incazzato perche’ 60 milioni di italiani hanno problemi di mutuo, salute, scuola, lavoro, e noi da dieci giorni siamo incagliati su Di Maio, Renzi, Conte e Zingaretti con la regia di Mastella, e’ una roba fuori dal mondo”, ha concluso Salvini.

Clemente Mastella replica al vetriolo al leader di Azione, Carlo Calenda, definendolo di “uno squallore umano incredibile”, dopo che quest’ultimo ha rivelato di aver ricevuto una telefonata con l’offerta di un appoggio al governo Conte in cambio del sostegno del Pd alla sua candidatura a sindaco di Roma. “Sei una persona di uno squallore umano incredibile. Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi – attacca il sindaco di Benevento -. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: ‘Il Pd mi dovra’ scegliere per forza come candidato sindaco’. Poi hai aggiunto: ‘Ne parlo’. Quanto a me – prosegue Mastella -, non ho alcuna titolarita’ per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perche’ sei moralmente modesto”.

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