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Best of Artribune: le migliori serie tv del 2020. Da Unorthodox a Tiger King

Margherita Bordino

LE SERIE TV DEL 2020 CHE HANNO ATTRATTO L’ATTENZIONE DEGLI SPETTATORI DI TUTTO IL MONDO HANNO MOLTISSIME QUOTE ROSE AL LORO INTERNO. DA ETSY, CHE SCAPPA DALLA COMUNITÀ ORTODOSSA IN CUI È NATA, A BETH, CHE SFUGGE ALLA SOLITUDINE COSTRUENDO IL SUO SUCCESSO NEL MONDO DEGLI SCACCHI, E MOLTE ALTRE ANCORA. A THE MANDALORIAN IL MERITO DI ESSERE LA PIÙ ORIGINALE.

Etsy, Beth, Lady D, Margaret Thatcher, Phyllis Schlafly, Mildred Ratched, sono solo alcuni dei personaggi femminili che in questo 2020 hanno dominato le serie tv che ci hanno fatto compagnia in lunghe giornate bloccati a casa. La serie televisiva cresce di qualità a vista d’occhio, è sempre più competitiva e aumentano le produzioni nei vari generi. In questo anno moltissime sono le serie tv che hanno attirato l’attenzione tra queste ci sono The last dance, la docu-serie sportiva: l’ultima stagione dei Bulls di Michael Jordan diventa il pretesto per un racconto di uomini e di eroi, di glorie e di tradimenti. La seconda stagione straziante, vera, viscerale di After Life, che nella sua semplicità risulta geniale; ma anche la seconda stagione di Sex Education e The Politician con sempre più sfumature, ironia, pronte a sferrare colpi di scena; o ancora, il continuum de Il metodo Kominsky, esilarante in ogni battuta, riflessione, movimento e interpretazione. E poi c’è stata Hollywood, ennesimo progetto firmato da Ryan Murphy, che ha fatto una sintesi perfetta di quella che è stata l’industria cinematografica ieri e di come oggi abbia gli stessi problemi, difetti, meccanismi in cui si incarta. Una serie che agli amanti del cinema ha regalato qualche ora di grande sogno, catapultandoli in una magnifica e vincente serata degli Oscar (che nel 2021 subiranno alcune modifiche). Sul fronte italiano il 2020 delle serie tv è stato molto soddisfacente: L’amica geniale ha confermato di essere un asso nella manica, amata e apprezzata in tutto il mondo; Diavoli ha smascherato l’animo dei broker anche se con un po’ di difetti; il genere investigativo ha avuto per protagonista Paola Cortellesi in Petra; Matteo Rovere ha realizzato un grande sogno con la messa in scena di un colosso come Romulus; ma più di tutti Luca Guadagnino con Who Are Who We Are ha saputo scavare in tematiche sempre più attuali, e che purtroppo provocano in alcuni vergogna no-sense, mostrando un gruppo di adolescenti alla scoperta della propria sessualità e dei primi amori. Insomma, tante tantissime sono le serie televisive lodevoli in questo 2020 e non ne abbiamo citate altrettante. Quella che proponiamo di seguito è una top ten che contiene non le migliori serie tv dell’anno ma quelle che per un motivo o per un altro hanno saputo coinvolgere e creare discussione.

Margherita Bordino

1. UNORTHODOX

Unorthodox

Unorthodox è la serie tv che nel 2020 ha conquistato tantissimi spettatori, e ha fatto il suo debutto su Netflix nella prima metà dell’anno. Si basa sull’autobiografia di Deborah Feldman, dal titolo Ex ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche, ed è una storia di fuga, di emancipazione femminile ma anche di tradizione, cultura e regole rigidissime. Etsy, la protagonista della serie, è appena maggiorenne quando fugge da una comunità specifica, i Satmar di Williamsburg (Brooklyn, New York), ebrei di origine ungherese, discendenti di donne e uomini sopravvissuti alla Shoah e arrivati in America dopo la guerra. Questa comunità vive secondo regole antiche, appartenenti ad un’altra era, incomprensibili per il nostro momento storico. Etsy scappa da un matrimonio combinato e infelice, scappa alla scoperta di un mondo che può offrirle libertà e realizzazione, in un certo senso normalità. La miccia che fa scoppiare in Etsy il desiderio di una vita diversa è quella che la comunità in cui vive considera una immorale passione per la musica. La serie ha molte differenze con la vera vicenda di Deborah Feldman. Si, è lei Etsy e lascia la comunità ortodossa chassidica in cui è nata per potere allontanarsi da una relazione imposta ma anche per potere studiare e frequentare l’università.

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