Principale Politica Diritti & Lavoro Il ritorno di Grillo: “Imu Chiesa e patrimoniale meglio del Mes”

Il ritorno di Grillo: “Imu Chiesa e patrimoniale meglio del Mes”

Il garante di M5s “I soldi del meccanismo europeo, convenienti o meno, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato da giovani e nuove generazioni”

© Michele Spatari / NurPhoto  – Beppe Grillo (Afp)

Beppe Grillo, che stavolta si firma “Giuseppe Rag. Grillo“, torna in scena su temi concreti e dal suo Blog boccia seccamente, richiamandosi alle parole di Giuseppe Conte, “il nostro presidente del Consiglio”, il Mes. Il Garante M5s prende invece apertamente posizione sia a favore di un altro tema ora sul tavolo, la patrimoniale al centro di un emendamento alla manovra, sia per rilanciare un suo vecchio cavallo di battaglia: “Far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa”.

“Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato”, esordisce allora Grillo. “A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che ‘disponiamo già di tantissime risorse, fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc.., e dobbiamo saperle spendere’, ricorda.

“Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli. Dal momento che però il dibattito italiano, rimpasto a parte, sembra impegnato esclusivamente su come reperire altri fondi per dar ossigeno alla sanità e alle imprese italiane, ecco due proposte assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti, che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia, che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno”, prosegue il cofondatore M5s.

Di che si tratta? La prima proposta è, appunto, “far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa“, la seconda “una patrimoniale ai super ricchi”, ambedue ampiamente dettagliate. “Se sommate – sintetizza – le due proposte, porterebbero nel biennio 2021/2022 all’incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro. Per questo motivo incaponirsi sull’assurda discussione sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, è una mera perdita di tempo ed energie”, ribadisce Grillo.

“I soldi del meccanismo europeo, è giusto ricordare che, convenienti o meno, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni“, mette in guardia.

Ed ecco nel dettaglio le proposte alternative avanzate da Grillo: “Nel novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea, ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare. E’ giusto ricordare che, secondo i dati di gennaio 2018, la Chiesa cattolica è proprietaria di di 140 università, 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d’infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di difesa della vita e della famiglia, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori. Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata“.

Capitolo patrimoniale. “Da giorni ormai – osserva il ‘rag. Grillo’ – rimbalza sui social come sui giornali l’ombra nefasta dell’avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l’ha definita ‘inammissibile’ prevedeva un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso. E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi?”

“Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei Paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie. Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro – domanda il Garante M5s – piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori”.

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