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Giovanni: una scuola di umilta’ (commento al Vangelo della 3a Settimana di Avvento)

Giovanni: una scuola di umilta’

(commento al Vangelo della 3a Settimana di Avvento)

A Giovanni Battista tutti chiedono: Chi sei?

Quando, in genere, questa domanda ci viene rivolta, siamo bravi ad ostentare le nostre belle qualità, i livelli di professionalità, i titoli di studio: “io sono il più bravo studente, io sono il miglior calciatore/ballerina…. Io sono un grande imprenditore, il miglior avvocato della piazza, il più grande oratore”!

Giovanni invece no! ☝🏻

A questa domanda, anziché replicare “io sono” preferisce dire “IO NON SONO”.  Risponde NON per addizione di titoli e competenze, ma per sottrazione: ci indica così il cammino verso l’essenziale e ci fa gustare la bellezza della semplicità.

Giovanni è un profeta umile, mangia locuste, miele selvatico, veste una pelle di cammello, è un uomo roccioso e selvatico, di poche parole, è l’esatto contrario di coloro che si pavoneggiano come  palloni gonfiati, modelli di umanità che spesso incontriamo nella nostra vita.

Ciò che ci fa grandi non è il nostro ruolo o la nostra immagine ma l’essere riflesso della Luce di Gesù, bocche che amplificano la Sua Parola nel mondo.

Giovanni dice “io sono” solo per esaltare l’opera di Dio: “sono Voce, dico parole non mie, testimone di una Luce che vince il mondo”. È come se avesse detto.. “Non sono io la Stella ma vi aiuto a riconoscerla nel Cielo di Dio”.

Voi, innalzate lo sguardo!

Marianna Giuliano

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