Principale Economia & Finanza ArcelorMittal sul filo, da Regione e Comune piano alternativo per Taranto

ArcelorMittal sul filo, da Regione e Comune piano alternativo per Taranto

Due ipotesi alternative all’accordo ArcelorMittal Italia-Invitalia: la decarbonizzazione completa con i forni elettrici e la chiusura dell’area a caldo,arcelormittal piano alternativo da comune

© ZUMAPRESS.com / AGF
– ArcelorMittal

AGI – E ‘convocata per questa mattina alle 12 una video call dal governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, per l’insediamento del Tavolo che dovrà portare all’ accordo di programma per l’ex Ilva , ora ArcelorMittal, rivendicato dagli enti locali . E ‘un percorso alternativo a quello che è stato prefigurato da ArcelorMittal Italia e da Invitalia col sostegno del Governo.

Regione e Comune contestano l’accordo che si accingono a firmare – la scadenza e ‘il 10 dicembre – ArcelorMittal Italia e Invitalia, con l’ultimo che effettuerà il coinvestimento dello Stato entrando nella capitale della società dell’acciaio, inizialmente al 50 per cento per poi salire al 60 nel 2022.

La Regione e soprattutto il Comune di Taranto contestano l’accordo in arrivo sia perché le istituzioni del territorio non sono state coinvolte nella discussione, sia perché l’intesa – che punta al 2025 a 8 milioni di tonnellate di produzione di acciaio – non offre , secondo loro, garanzie di risanamento ambientale.

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, nei giorni scorsi, ha avuto una serie di incontri: associazioni e movimenti cittadini, associazioni datoriali, parlamentari del territorio e consiglieri regionali Puglia eletti in provincia di Taranto, sindaci. A tutti ha illustrato la posizione dell’ente, raccogliendo indicazioni.

Il Comune vuole approfondire due ipotesi alternative all’accordo ArcelorMittal Italia-Invitalia. Una prevede la decarbonizzazione completa della produzione di acciaio, con incremento di forni elettrici senza altiforni tradizionali, l’altra la chiusura dell’area a caldo, con la sola lavorazione di bramme di acciaio e lamiere.

Le due ipotesi alternative offrono per il Comune di Taranto maggiori garanzie ambientali ma non salverebbero tutta l’occupazione del gruppo , 10.700 addetti di cui 8.200 a Taranto, che invece l’intesa tra ArcelorMittal Italia e Invitalia tutelerebbe un regime di piano, cioè nel 2025 , dopo una non breve transizione con la cassa integrazione (previsti 3mila cassintegrati the next year).

La decarbonizzazione completa con i forni elettrici prevede infatti 4.200 esuberi, la chiusura dell’area a caldo, invece, 4.600 . Con la convocazione per mezzogiorno di oggi fatta da Emiliano e Melucci – rivolta a diversi soggetti, tra cui anche ministeri, Università e arcivescovo di Taranto – si dovrà arrivare alla “Costituzione del Tavolo per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma per la bonifica pubblica, il risanamento ambientale, la riconversione e lo sviluppo del polo siderurgico di Taranto “.

L’Accordo di Programma, spiega la Regione Puglia, “dovrà contenere le necessarie alla chiusura delle lavorazioni siderurgiche a caldo dell’acciaio, il riassetto e lo sviluppo di lavorazioni siderurgiche carbon free in attuazione del piano industriale (che costituirà allegato all” Accordo di Programma) “. carbon free in attuazione del piano industriale (che costituirà allegato all” Accordo di Programma) “.

Inoltre dovrà contenere le “tutele occupazionali e reddituali, l’attuazione del piano pubblico di bonifica e risanamento ambientale delle aree del polo siderurgico, la bonifica. 

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