Molto spesso, rifletto sulle problematiche sanitarie e sociali
causate dal Coronavirus e a quali siano le conseguenze
fisiche e psicologiche nell’uomo.
L’altra sera, in televisione, un Virologo, ha sostenuto come
il Coronavirus rappresenti, anche per i Medici, un dramma,
soprattutto quando un paziente muoia, tra gli spasmi, nelle
loro mani.
E questa testimonianza, è assolutamente importante
perché, ritengo, sia un tema di assoluta attualità:
“sensibilizzare i cittadini verso una realtà ormai ineludibile”.
Dunque, dalla Mala sanità dei mesi scorsi, che aveva
preso corpo nella ordinarietà delle cose di tutti i giorni,
attraverso una enorme quantità di Citazioni in Tribunale,
per il risarcimento dei danni patiti dai “Pazienti parte
lesa”, notificate ai “Medici Demoni” che li avevano “tenuti”
malamente in cura, siamo passati, nell’immaginario
collettivo, alla quantità enorme di “Medici Angeli” che, nella
straordinarietà di tutti i giorni, stanno sacrificando perfino
la loro stessa vita a causa del Coronavirus, per assistere e
curare i Degenti contagiati.
Insomma, “Angeli e Demoni”, nel sol volgere di appena 60
giorni.
È una italica caretteristica quella di “mutar col mutar del vento”
Forse, un domani, dovremo ripensare con senso serio
e critico al Coronavirus, che ha funto da spartiacque
tra il prima e il dopo, e che ha colpito impietosamente
tanto le sue vittime contagiate, quanto la società civile
“imprigionata”, in massa, dentro casa
Con la perdita temporanea (ci auguriamo) della Libertà
personale, attraverso le multiple iniziative dei governanti
che, di fatto, hanno disinnescato i Sacri Principi della nostra
Costituzione, in nome di una probabile e collettiva tutela dal
contagio.
Già, la Libertà
Questo vocabolo a me tanto caro, del quale ne ho sentito
da sempre il profondo istinto, mi fa tornare alla mente le
parole, oggi tanto attuali in tema di “libertà e di respiro”, che
pronunciò Pietro Calamandrei, Avvocato e Costituzionalista,
il quale affermò:
“…Salvo poi, comprendere, d’un tratto, che la “libertà è come
l’aria” (non potrebbe esserci paragone più efficace al tempo
del Coronavirus), ovvero accorgersi di quanto essa valga
solo quando cominci a mancare…
…dentro le pagine della Costituzione, c’è il nostro passato:
se ci sarà anche il nostro futuro, dipenderà solo da noi…
…dagli Uomini Giusti, ma anche e soprattutto dagli uomini
qualunque…
…ma ciò deve avvenire prima che l’Uomo libero, si sia
trasformato in schiavo”
Invece, così scriveva profeticamente circa 2000 anni fa, il
Poeta Lirico e Scrittore satirico dell’antica Roma, Orazio:
”…C’è una giusta misura nelle cose, ci sono giusti confini / al
di qua e al di la dei quali, non può sussistere la cosa giusta”
Restiamo nell’alveo della Costituzione per favore, prima che
sia troppo tardi.
Roberto Chiavarini
Opinionista di Arte e Politica