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Le riflessioni del prof. Pietro Pepe sulle lotte contadine del dopoguerra in una “pièce teatrale” di Giuseppe Marrulli

Giovanni Mercadante

foto Prof. Pietro Pepe

Fatti di storia territoriale trasformati in una commedia per ricordare alle nuove generazioni le lotte contadine. Riflessioni   che il prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia, ricostruisce e commenta attraverso il libro scritto e pubblicato dal prof. Michele Gismundo, la cui opera è stata trasformata in una “pièce teatrale” dal dott. Giuseppe Marrulli, già Amministratore della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Esperienza che lo ha battezzato in questo eccezionale lavoro. Titolo dell’opera: ”La città del dopoguerra. E’ la storia delle lotte contadine di Gravina in Puglia dal 1943 al 1947.

La commedia è ispirata dal libro di M. Gismundo, per ritrovare il sapore della storia locale e farci tornare a riflettere sui fatti che sollecitarono i Braccianti alla lotta civile nella città di Gravina.

Mi piace evidenziare che il protagonista assoluto della sceneggiatura della commedia rimane il libro di Gismundo, ricordando  la presentazione ufficiale nella Sala Consiliare del Comune di Altamura, avvenuta a Febbraio del 2019, che mi vide relatore assieme ad altri autorevoli amici. Faccio mie le valutazioni, dell’amico collega Prof. Pietro Elia, relativo al crescente successo del libro, ispiratore della Commedia, anche perché ho potuto riscontrare che il tema raccontato nella comunità gravinese è ancora molto vivo. Evoca un particolare periodo storico del secolo breve nel quale si passava con fatica ed estremi sacrifici da un regime di prepotenza e di guerra alla affermazione dello Stato di diritto e all’arrivo della vita democratica.

Entrando nel merito storico, continua il prof. P. Pepe,  faccio riferimento in modo particolare al “Comunicato Ufficiale”, del Gen. Badoglio, Capo provvisorio del Governo Italiano, che annunciava la fine dell’ostilità con gli Anglo-Americani che aveva provocato la dura reazione da parte della Germania Nazista, che com’è noto, non risparmiò i cittadini della Provincia di Bari;

Cito fra le più significative quella del 9 Settembre 1943 a Bitetto, città che gode assieme alla città di Bari della Medaglia d’oro al merito civile per il coraggio dimostrato dai suoi Cittadini. Va dato atto perciò al dr. Marrulli, che da appassionato conoscitore di opere di letteratura teatrale ha avuto la geniale idea di drammatizzare nella sua commedia gli accadimenti storici sviluppatesi 77 anni fa dando vita e voce ai personaggi dell’epoca. È venuto fuori un fedele lavoro di sceneggiatura che ha trovato il consenso di una platea più ampia di cittadini che grazie, a questa commedia, sono venuti a conoscenza dei fatti veramente accaduti nel Dopoguerra nella vicina Gravina.

Anche il mondo della scuola stimolata dalla commedia ha manifestato interesse ed attenzione e sta coinvolgendo i giovani e gli studenti ad approfondire la storia del primo Dopoguerra. La curiosità è scaturita dalla meticolosa ricerca storica contenuta nel libro di Gismundo che ha saputo far rivivere nelle sue pagine il contesto sociale e politico del tempo, caratterizzata soprattutto da rapporti tesi e conflittuali tra i cittadini e le istituzioni;. aiutato dall’organico scritto dell’amico Elia, mi soffermo anche io sulle grandi manifestazioni di popolo e sulle lotte per il “PANE e LAVORO” scaturite dal singolare “Decreto Prefettizio” sull’imponibile di mano d’opera che obbligava i terrieri latifondisti ad assumere i Braccianti Gravinesi.

La commedia riesce a rievocare attraverso dialoghi appropriati il confronto politico strettamente ideologico, di quel tempo, che si svolgeva nella piazza centrale di Gravina dove avevano sede i partiti principali.

Dopo il messaggio radiofonico con il quale Pietro Badaglio aveva annunciato l’armistizio, l’antifascismo di pochi divenne Resistenza organizzata e popolare. Sempre a Roma il 9 Settembre 1943 Rappresentanti di Sei Partiti Politici (DC – PCI – PSI – PCI – Partiti d’azione – Partito Democratico del Lavoro) costituirono il comitato di liberazione; Arrestato dal Re liberato dai Tedeschi, Mussolini diede vita al Nord alla Repubblica Sociale Italiana a (Salò).

Con l’apporto del mondo ecclesiale e cattolico alla lotta di liberazione a lungo sottovalutato si completò il distacco tra società civile e Fascismo. Anche la commedia di Marrulli analizzando lo scontro tra nazifascisti e partigiani, si sofferma sui fatti di sangue e continua a suscitare interesse. Infatti si sofferma sull’assassinio di un manifestante, di nome Ignazio Labadessa e di un Carabiniere Antonio Bonavita, rimasti senza colpevoli. Ma soprattutto la curiosità è rivolta alla brutta vicenda del “Crocifisso gettato nel pozzo” un vero insulto alla fede cristiana, un gesto sacrilego fortemente stigmatizzato dal Vescovo “pro tempore” Mons. Sanna, che si mise alla testa della processione del Legno Santo.

Dunque una commedia caratterizzata da impegno civile ed è di buon livello storico – culturale, corredata da musica e da canti popolari della nostra tradizione, che hanno dato un senso spettacolare allo svolgimento dei fatti storici.

L’autore riesce a far riemergere la questione centrale, lo scontro di due mentalità: da una parte il mondo dei conservatori ed egoista, dall’altra quello progressista che lotta per una maggiore giustizia sociale, motivata dalla fame e dall’assenza di lavoro.

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