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L’I.P.E.O.A. ” Michele Lecce ” al fianco della Caritas Diocesana: scende in campo la solidarietà

Sebbene in questo periodo di emergenza siamo più portati a pensare alla pericolosità di questo virus, a distanziarci, ad utilizzare misure precauzionali volte a tutela della nostra salute, dobbiamo sempre volgere lo sguardo all’indietro e pensare a chi non ha le più minime ed essenziali attenzioni. “ C’è chi, oltre a preservarsi dal virus, deve nutrirsi, deve proteggersi dal freddo… “, ha dichiarato il Professor Luigi Talienti, Dirigente Scolastico dell’I.P.E.O.A.

“ Michele Lecce “, Istituto Alberghiero, con sede a Manfredonia e San Giovanni Rotondo, da sempre, proficuamente attivo, nel mondo del sociale. “ Una scuola non può evitare di pensare anche a tutto questo. Seppur vero è che, primariamente, dobbiamo preservare la nostra salute e tutelarci dal pericolo di contrarre l’infezione, dobbiamo pensare anche a coloro che devono provvedere al loro sostentamento: molti dei quali, purtroppo, non hanno mezzi economici sufficienti per farlo. Dobbiamo pensare agli ultimi, agli invisibili…Non dobbiamo correre avanti, ma fermarci e prendere per mano queste persone che restano indietro. La scuola, anche in questo, deve fornire un insegnamento, perché i ragazzi, per diventare primi, devono prestare soprattutto attenzione agli ultimi. E quindi, cogliendo l’opportunità fornitaci dagli esami di qualifica, superati brillantemente, seppur a distanza, da tutti gli alunni che vi hanno partecipato,  le derrate alimentari acquistate per il precitato scopo, sono state utilizzate a favore dei bisognosi. E questo, lo sottolineo con un velo di commozione, fa onore ai ragazzi e fa onore al nostro Istituto. Perché, una comunità educante deve operare anche in tal senso.

Nonostante il delicatissimo frangente storico, sono pienamente entusiasta del fatto che la scuola assurga ad un ruolo sociale e lo faccia in un momento di crisi epidemiologica. Probabilmente, questo il ruolo che le conferisce maggiore nobiltà e rilascia maggiore consapevolezza, soprattutto perché viene espletato in questi momenti di crisi. E’ bello vedere dei ragazzi che imparano tra i banchi di scuola il principio della solidarietà. Probabilmente, quando diventeranno padri, lavoratori, quando diventeranno uomini, sulla base di quello che hanno appreso tra i banchi di scuola, riserveranno parte del loro tempo anche nel prodigarsi per gli ultimi e gli invisibili. E chissà, se non saranno proprio le nuove generazioni a rendere visibili questi esseri umani, invisibili. Noi abbiamo l’onere di insegnare ed inculcare questi principi, perché  la vita riserverà loro anche dei momenti tristi, che potranno vivere direttamente sulla loro pelle.

Dobbiamo imparare a svuotarci del nostro egoismo ed a  rattristarci anche quando la sofferenza colpisce il nostro prossimo. Per avere un ruolo all’interno della comunità civile, bisogna capire che non si vive da soli, ma accanto a qualcun altro che, per diversi stati di bisogno, non ha magari nessun supporto, per soddisfare le proprie necessità. Questa è la nostra scuola. Al di là del distanziamento, al di là della crisi…l’opera educativa continua , anche con una piccola rappresentanza della comunità scolastica, pari al 25% . E, quest’ azione educativa deve continuare con il supporto delle famiglie e con il supporto di tutte le componenti della società civile. Rimarco il valore di queste sinergie. Pertanto, un ringraziamento particolare lo rivolgo anche alla Caritas, che ci ha dato la possibilità di concretare tali azioni solidali. Non dobbiamo permettere che qualcuno resti solo.

Sono consapevole del fatto che, quanto è stato fatto in queste tre giornate, quali quelle del 28, 29 e 30 ottobre, sia poco rispetto ai restanti 362 giorni dell’anno che, magari, rimarranno scoperti. Si tratta comunque di una goccia, quella che andrà ad alimentare un futuro oceano, che si spera essere di amore, serenità, pace e di abbattimento dell’emarginazione. Ovviamente, oltre ad un sentito e doveroso plauso ai miei studenti, voglio ringraziare il Professor Balta, responsabile del plesso di Manfredonia, i collaboratori scolastici, gli assistenti tecnici, coordinati dal signor Armillotta Pasquale, il Professor Marinaro ed anche tutti gli alunni che stanno seguendo la didattica a distanza. Rivolgo ancora un sentito ringraziamento a coloro che ci hanno dato la possibilità di devolvere alimenti, a favore dei più bisognosi e che, tantissimo si prodigano in tal senso. Don Luciano Pio Vergura, direttore della Caritas Diocesana, Paolo Simonetti, responsabile Caritas della Parrocchia San Giuseppe insieme ai sacerdoti Don Biagio Grilli e Don Giovanni Antonacci. Rispettivamente, Parroco e Vice Parroco della predetta comunità religiosa. Ritorneremo presto in presenza. Tutti insieme, ce la faremo!”

Giulia Rita D’Onofrio

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