Quando i fatti economici non quadrano, la soluzione è sempre la stessa. Ci saranno altri sacrifici per gli italiani. Questa Pandemia ha solo accelerato i tempi, Il deprezzamento dei redditi da lavoro dipendente, quando ancora c’è, e da pensione sono una realtà che è possibile riscontrare senza fallo. Anche prima del Coronavirus.
In Italia, per la carità, di “fame” non si muore. Ma la strada dell’indigenza è stata ulteriormente spianata. Tutto considerato, i generi alimentari di base hanno ancora un costo popolare. E’ il “resto” che costa di più. Dato che non si vive di solo pane, sono certe piccole cose del quotidiano, alle quali c’eravamo abituati, a farsi proibitive. Il contenimento della spesa non è, però, la terapia migliore. Se manca la liquidità, è difficile fare delle previsioni per il futuro e non solo per quello immediato. Non possiamo neppure prendercela col Parlamento. C’è una maggioranza politica che dovrebbe coordinare le “regole” di vita nazionale. Anche con questa Pandemia, ma non “funziona” come dovrebbe.
I sacrifici, sia chiaro, non assicureranno per nulla la ripresa economica. Fiaccano, semmai, gli sforzi per tirare avanti. Non sappiamo se tutti ce la faremo. Lo speriamo; ma non basta. L’Unione Europea non è un contenitore “vuoto”. Ma, per ora, lo sono le nostre tasche. Non tanto per il superfluo, quanto per il necessario. Questo 2020 sarà il primo anno critico del secolo. Sperando che sia anche il solo. E’ giunto il momento della mutua assistenza UE. Senza della quale non ci sarà contenimento di questa tragica “dieta” nazionale.
Giorgio Brignola