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Donna Spregiudicata

In ogni ritrovo, in ogni luogo di villeggiatura, c’è sempre qualche donna che, chissà perché, sembra tenerci particolarmente a  dimostrare subito la propria spregiudicatezza.

Siede i n poltrona con le gambe accavallate, e con le sottane che le salgono parecchi centimetri sopra le ginocchia, fuma una sigaretta dopo l’altra, tracanna alcolici, come se si trattasse di acqua pura, tiene un linguaggio non proprio castigato, racconta barzellette spinte, fa la cronaca minuziosa e piccante delle sue avventure amorose, vere o inventate che siano, e non lascia passare occasione per dimostrare la sua « larghezza di vedute ».

Questo tipo di donna non è da confondersi con la tipica donna « maschiaccio », la cui disinvoltura ha tutt’altro carattere, « sportivo », mascolino e spesso turbolento. La donna spregiudicata può anche essere molto femminile, elegante, « à la page ».

SPREGIUDICATEZZA NON EQUIVALE A INDIPENDENZA

Non è detto nemmeno che la spregiudicatezza vada di pari passo con l’indipendenza. Spesso queste donne, che nella cerchia dei loro amici e ancor più di fronte agli estranei sembrano le padrone del mondo, in realtà dipendono spiritualmente, fino a esserne quasi succubi, dalla propria madre o da qualche altra persona di forte carattere. La spregiudicatezza, vera o formale che sia, non è frutto della emancipazione femminile; o meglio non è la manifestazione di una più precisa coscienza dei diritti della donna. Al contrario la spregiudicatezza femminile è quasi sempre il risultato di un insopprimibile senso di inferiorità, è uno scudo che serve a mascherare l’insicurezza delle donne, è infine un patetico tentativo di imitare l’uomo in quegli atteggiamenti che la donna ritiene più « liberi ».

Ma come mai, si potrà chiedere, le donne spregiudicate sono tanto più numerose oggi, in coincidenza cioè della sempre più crescente emancipazione femminile? Non è difficile rispondere a questo interrogativo.

Una volta, prima appunto che iniziasse la sua emancipazione, la donna viveva tranquilla nella sua casa, alle prese soltanto con i suoi problemi domestici e familiari. Non aveva grossi problemi pratici riguardanti il lavoro e la vita sociale, non aveva grandi interessi culturali, né grandi ideali patriottici o politici, salvo che in periodi eccezionali, come per esempio durante il nostro Risorgimento. Era l’uomo che aveva i più impegnativi contatti con la società, mentre la donna restava nel suo « nido », sottomessa si, ma protetta.

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