Principale Arte, Cultura & Società L’enciclica di Papa Francesco. ‘sconfiggere il virus dell’individualismo radicale’

L’enciclica di Papa Francesco. ‘sconfiggere il virus dell’individualismo radicale’

‘Una tragedia globale come la pandemia ha suscitato la consapevolezza di essere una comunita’ mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si puo’ salvare unicamente insieme’, scrive il Papa nella nuova enciclica ‘Fratelli tutti’. ‘La tempesta smaschera la nostra vulnerabilita’ e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorita”. Nel testo, Francesco dice no alla ‘cultura dei muri’ perche’ ‘la paura e’ humus per le mafie’ e afferma che ‘la fede e’ contraria a nazionalismo e xenofobia’. Mentre ‘e’ doveroso rispettare il diritto di ognuno a migrare’.

Una società fraterna è quella che promuove l’educazione al dialogo per sconfiggere “il virus dell’individualismo radicale” e per permettere a tutti di dare il meglio di sé. A partire dalla tutela della famiglia e dal rispetto per la sua “missione educativa primaria e imprescindibile”. Lo sottolinea il Papa nell’enciclica ‘Fratelli tutti’. Bergoglio indica due ‘strumenti’ su tutti: la benevolenza, il volere concretamente il bene dell’altro e la solidarietà che ha cura delle fragilità e si esprime nel servizio alle persone e non alle ideologie, lottando contro povertà e disuguaglianze. Il diritto a vivere con dignità non può essere negato a nessuno, afferma il Papa, e poiché i diritti sono senza frontiere, nessuno può rimanere escluso, a prescindere da dove sia nato. Da qui il richiamo a pensare ad “un’etica delle relazioni internazionali”, perché ogni Paese è anche dello straniero ed i beni del territorio non si possono negare a chi ha bisogno e proviene da un altro luogo. Il diritto naturale alla proprietà privata sarà, quindi, secondario al principio della destinazione universale dei beni creati. L ‘enciclica torna anche sulla questione del debito estero: fermo restando il principio che esso va saldato, si auspica che ciò non comprometta la crescita e la sussistenza dei Paesi più poveri.

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