Principale Politica Diritti & Lavoro Elezioni Odg. Lettera degli Ordini regionali contro la politica: “minata autonomia”

Elezioni Odg. Lettera degli Ordini regionali contro la politica: “minata autonomia”

Non si calmano le acque all’interno degli Ordini regionali e quello nazionale in vista delle elezioni per il rinnovo dei consigli. Proprio quando la vicenda sembrava essere rientrata con la convocazione delle assemblee elettorali da parte dei due Ordini “ribelli” Toscana e Lombardia, arriva la lettera di protesta firmata da 13 presidenti di altrettanti Ordini regionali.

Obiettivo della protesta la politica rea, secondo i firmatari, di voler apportare “modifiche all’organizzazione ordinistica e alla fisionomia della stessa professione non richieste”. Modifiche che minerebbero l’autonomia dell’Ordine e persino la professione stessa.

Nell’occhio del ciclone un emendamento proposto in Senato in cui “accanto alla condivisibile risoluzione di aspetti colpevolmente dimenticati da chi ha approvato precedenti norme (garantire finalmente la rappresentanza di due esponenti delle minoranze linguistiche in aggiunta ai sessanta membri eletti nel Consiglio nazionale dei Giornalisti) si tenta di introdurre ben altro”.

Tra i cambiamenti a cui si oppongono gli Ordini regionali, si legge nel documento “ci sarebbe anche un deplorevole congelamento degli organismi ordinistici in carica, impedendone il rinnovo fino all’ottobre del 2021. Una decisione gratuita, immotivata, prevaricante assunta senza alcuna discussione e condivisione all’interno degli organismi istituzionali interessati. Un atto sconsiderato che peraltro – la coincidenza non ci sfugge – segue quanto stava già accadendo all’interno dell’Ordine in materia di convocazione delle assemblee elettorali, accentuando lo stato confusionale che rischia di minare la stessa credibilità e autorevolezza dell’Ordine dei Giornalisti”.

La questione è ricostruita così dai firmatari della nota: “Ricapitoliamo alcuni degli ultimi passaggi. A pochi giorni dalla scadenza già fissata per il voto, il presidente del Cnog, Carlo Verna, ha deciso di modificare, acquisito il parere di un giurista (che evidenzia l’obbligo di un’elezione contestuale su tutto il territorio nazionale), la determina del 22 Giugno scorso e, conseguentemente, di rinviare di oltre un mese il rinnovo degli organismi dell’Ordine dei Giornalisti. Si tratta di una decisione dinanzi alla quale non possiamo che esprimere netto, deciso e totale dissenso anche perché tale decisione del presidente del Cnog pone, di fatto, sullo stesso piano il comportamento avventuristico e inadempiente dinanzi a precisi obblighi di legge, praticato da due Ordini regionali (Lombardia e Campania) e l’azione rigorosa e responsabile svolta da tutti gli altri Ordini che hanno rispettato legge e determina presidenziale del 22 Giugno”.

Da qui la condanna dei presidenti delle 13 regioni firmatarie: “Disapproviamo questa decisione peraltro giunta a obbligo di convocazione delle elezioni già abbondantemente scaduta. Peraltro, se la motivazione addotta dai due Ordini inadempienti fosse stata reale, non si capirebbe – nella situazione attuale che l’Italia vive – come si possa ritenere possibile fare l’8 novembre ciò che si ritiene impossibile il 27 settembre. Né come mai, in quelle stesse regioni, si ritenga non proponibile per i giornalisti ciò che invece e’ stato ritenuto fattibile per il resto della popolazione chiamata alle urne il 20 e il 21 settembre per il referendum e il voto amministrativo e regionale, per altri Ordini professionali chiamati al voto, nonché per studenti, docenti e personale alla riapertura delle scuole”.

Quindi la conclusione: “Stigmatizziamo pertanto tale comportamento che ha rotto unilateralmente l’unità degli organismi dell’Ordine. Chi si è reso artefice di questa incomprensibile ed assurda situazione si è assunto una grave responsabilità nei confronti dei giornalisti dell’intero Paese e dei loro organismi istituzionali. Respingiamo altresì il tentativo, messo in atto in sede parlamentare, di stravolgere dall’alto l’organizzazione e il diritto all’autogoverno della professione giornalistica”.

Il tutto firmato e sottoscritto da Gianluca Amadori (presidente Odg Veneto), Carlo Bartoli (presidente Odg Toscana), Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Cristiano Degano (presidente Odg Friuli Venezia Giulia), Franco Elisei (presidente Odg Marche), Mauro Keller (presidente Odg Trentino Alto Adige), Filippo Paganini (presidente Odg Liguria), Pina Petta (presidente Odg Molise), Piero Ricci (presidente Odg Puglia), Giovanni Rossi (presidente Odg Emilia Romagna), Domenico Sammartino (presidente Odg Basilicata), Alberto Sinigagla (presidente Odg Piemonte), Paola Spadari  (presidente Odg Lazio).

Carlo Verna. presidente del Cnog, prova a gettare acqua sul fuoco con un comunicato in cui annuncia la conferma delle nuove date stabilite per la tornata elettorale: “Si pone così fine – scrive Verna trionfante – a una polemica sterile, caratterizzata purtroppo da dialettica poco solidale e da qualche frase fuori posto”.

“C’era diversità di vedute – rileva il presidente del Cnog – non su una banalità, ma sulla sicurezza del voto e la salute dei colleghi in epoca di pandemia coi contagi di nuovo in aumento. Fatti oggettivi che hanno riguardato la categoria lo confermano”.

“C’era, poi, la specificità della consultazione elettorale dei giornalisti – speiga ancora il presidente Odg – che, per legge, non consente il voto elettronico, non può evitare confluenze da tante diverse località su oltre tre seggi per regione e non può ampliare l’esiguo numero di ore di voto a disposizione, appena otto, con operazioni di sanificazione da ripetere e con la massima partecipazione, peraltro incerta nei numeri effettivi da garantire. Non era nei poteri del Cnog cambiare queste cose né costringere alcun Ordine regionale a desistere dalle proprie valutazioni”.

“Grazie all’attenzione e all’esame obiettivo della questione da parte del Ministero della Giustizia, il nostro lavoro per trovare un punto certo di approdo – conclude Verna – ha avuto successo. Ora tutto ciò che dipende dal sistema ordinistico è a posto e si può procedere, avendo scrupolosamente osservato tutte le regole, al rinnovo degli organismi collegiali nella piena legalità e nel rispetto della democrazia”.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.