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Turismo delle radici / Basilicata: San Mauro Forte, dove a Carnevale suonano i campanacci

POTENZA – San Mauro Forte è il paese dei “Campanacci”: suonano in occasione del Carnevale, uno dei più antichi della Basilicata. Un appuntamento davvero da non perdere. Nella notte tra il 16 e 17 gennaio, il suono cupo e assordante di questi strumenti, spezza la quiete del piccolo e accogliente borgo, spandendosi lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera di accattivante mistero. Il rito de “La Sagra del Campanaccio”, antichissimo, coincide con la festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), giornata speciale nella quale si radunano in paese gruppi di uomini avvolti in colorati mantelli a ruota, con cappelli di paglia e grandi campanacci “maschi” e “femmine”, entrambi simboli di fecondità. Molti degli strumenti sono realizzati da artigiani locali. Secondo la credenza popolare, i campanacci hanno funzione propiziatoria e a loro viene affidato il compito di allontanare il male e favorire il buon raccolto. Ulivi millenari circondano quello che rientra tra “I Borghi autentici d’Italia” e che sorge non molto lontano dall’incontaminato Parco Regionale di Gallipoli e dalle Piccole Dolomiti Lucane. Nel nome di questo borgo, un tempo luogo di forte emigrazione, è definita la sua storia: “San Mauro” rimanda a un cenobio benedettino documentato già nell’XI secolo, mentre “Forte” celebra il coraggio della popolazione locale nel combattere le bande di briganti spagnoli di Borjes (1861). Anche Carlo Levi ricorda questo paese così ricco di storia nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”: “A San Mauro Forte – scrive Levi – poco più in alto sul monte, avrei ancora veduto all’ingresso del paese, i pali a cui furono infisse per anni le teste dei briganti”. Chi raggiunge San Mauro Forte ha come tappa imperdibile la visita all’antico borgo medioevale, con i palazzi storici e la Torre Normanna. Difronte ecco il palazzo feudale “Degli Arcieri”, che si contraddistingue per il suo portale monumentale. Mèta storica è anche Palazzo Lauria, con il settecentesco portale barocco. Tra i prelibati “tesori” di San Mauro Forte, ecco anche autentiche dolcezze del gusto, che spaziano dai salumi, all’olio, fino ai formaggi. Tra tutti i prodotti, un posto di rilievo è occupato dall’olio extravergine di oliva, frutto di una tradizione secolare tramandata di generazione in generazione. A spiccare è la varietà “cultivar majatica”, peculiare della collina materana, colore verde e riflessi gialli, gusto delicato accompagnato da note fruttate, che gli conferisce un gusto piacevolmente amaro. La rafanata è uno dei piatti tipici del Carnevale, ma da assaggiare sono anche le orecchiette e maccheroni ai ferri con mollica fritta e salsiccia. Nel vicino Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, la natura offrirà al turista momenti di relax esclusivo. In questi luoghi genuini, il visitatore di San Mauro potrà dedicarsi ad itinerari e visite, attraverso escursioni guidate lungo una fitta rete di sentieri, habitat ideale per gli amanti della natura. Trekking a piedi e a cavallo, mountain bike e laboratori didattici, allietano i momenti da trascorrere all’interno del parco. E poi spazio a manifestazioni storiche, come il “Volo dell’Angelo”, una delle attrattive di punta di tutta la Basilicata e a riti antichissimi, noti come “Matrimoni tra gli alberi”.
COME ARRIVARE: L’aeroporto più vicino è quello di Bari Palese (84 km da San Mauro Forte).
ALTRI LUOGHI DA VISITARE: Lo spettacolo dei Sassi di Matera è un’emozione senza eguali: migliaia di casupole sovrapposte l’una all’altra rapiscono l’occhio e lasciano immaginare il lento trascorrere del tempo. In una babele di viuzze e scalinate, appaiono all’improvviso monasteri incastonati nella roccia, chiese rupestri, affreschi bizantini e edifici barocchi. Di fronte, le Grotte dell’Altopiano della Murgia, a strapiombo sul torrente Gravina. E poi, direzione mare, ecco Maratea, la perla del Tirreno, con le sue calette da sogno e la rigogliosa vegetazione mediterranea. Per gli amanti della cultura, tappa d’obbligo a Venosa, città natale di Orazio, una vera fucina di storia, a cominciare dalla casa abitata un tempo dal poeta latino, ancora arredata oggi con i mobili dell’epoca.

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