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Andrea Crippa, chiede scusa per gli insulti al Sud, ma il problema sono i politici che lo hanno amministrato

A Taranto c’è stato il giovane onorevole Andrea Crippa, vice di Matteo Salvini, alla presentazione dei candidati per le prossime regionali; segue quello che ha riferito ai Giardini Virgilio, che preferiamo riportare il più possibile fedelmente o sintetizzando alcuni punti.

Secondo il vicesegretario della Lega, non si andrà in consiglio regionale per scaldare le poltrone, per sistemare qualche amico nei consigli di amministrazione, perché quelli che hanno governato la Puglia negli ultimi quindici anni hanno sempre fatto prevalere la raccomandazione, l’amico degli amici.

“Se volevi avere un posto pubblico non prevaleva il merito, la capacità e il talento, ma la tessera di partito che avevi in tasca. Spesso negli ospedali, nelle scuole e negli enti pubblici, non sono stati premiati i più bravi, i migliori, ma quelli che avevano una conoscenza in regione, in comune, quelli che magari li avevano votati alle elezioni, con la conseguenza che i più bravi ed i migliori , spesso da Taranto e provincia, sono dovuti scappare. Io l’ho detto a Manduria, da lombardo e da milanese dico che spesso quando entro negli ospedali di Milano o della Lombardia o visito le scuole, i migliori medici, infermieri, insegnanti, presidi, avvocati, commercialisti, non sono milanesi e lombardi ma spesso sono uomini e donne di Taranto e provincia che devono venire a Milano, perché qui non possono sperare e credere in un futuro migliore. L’obiettivo è portare questi ragazzi a casa, in questo territorio e questa regione, che è la più bella d’Italia” sono le precise parole del vicesegretario.

La Puglia è la regione in cui c’è un potenziale turistico, storico, culturale, culinario, che non è secondo a nessuno e non ha rivali, ma che evidentemente qualcuno ha deciso di non valorizzare per incapacità e per volontà, “perché non hanno mai messo al centro i problemi e le soluzioni per i Pugliesi e i Tarantini in particolare, hanno sempre messo al centro gli interessi delle loro tasche e dei loro portafogli”.

Questo si evidenzia andando in giro per questa città, perché per questi amministratori esistono i territori di serie A e di serie B. Si fanno vedere in campagna elettorale per chiedere la preferenza e poi si arroccano nel palazzo per cinque anni senza farsi più vedere.

L’obiettivo e la missione che hanno i candidati della Lega è quello di stare tra la gente ogni giorno, per cercare di ascoltare gli ultimi e chiunque verrà eletto si deve ricordare che prima viene il progetto, il simbolo, la squadra, perché “ogni vittoria  che abbiamo conseguito non è mai stata merito di una sola persona, ma di una comunità di uomini e donne  che al Sud hanno rischiato di più  rispetto a noi del Nord, perché essere della Lega a Taranto ed in provincia, non è come essere della Lega in Lombardia, a Monza o in provincia di Milano”.

In Puglia nei confronti della Lega c’è tanto pregiudizio, “che molti di voi quando distribuiscono il santino, il volantino o sono sotto il gazebo incontrano cittadini che gli chiedono ma come fai ad essere della Lega se fino a qualche anno fa insultavano il Sud ed io sono qui da ragazzo di trentaquattro anni, da dirigente della Lega  che si deve prendere anche delle responsabilità e chiedere scusa per quello che hanno detto alcuni rappresentanti della Lega nei confronti di Taranto e della Puglia, perché il problema non sono i Tarantini, non sono i Pugliesi, ma i politici che hanno amministrato questo territorio e qui c’è gente che ha voglia di reagire, che non ha voglia di vivere da assistito col reddito di cittadinanza”.

La gente ha voglia di lavorare e che si aspetta dalla Regione e dallo Stato che ci siano le condizioni per poter lavorare. Servono meno tasse, c’è il 75% di imposizione e pressione fiscale, ci sono artigiani, commercianti ed ambulanti che spendono la metà dei loro giorni a compilare scartoffie burocratiche per cui serve una semplificazione burocratica. Serve una giustizia che funzioni, magistrati e giudici che si prendano le responsabilità delle loro colpe e delle loro scelte “perché non è possibile che in Italia ci sia una casta chiamata magistratura (…) ci sono quelli che giudicano in base alla tessera di partito che hai in tasca, se sei del Pd sei innocente fino a prova contraria se sei della Lega sei colpevole a prescindere e per essere stato coerente con le idee che ha espresso in campagna elettorale, il segretario federale della Lega sta rischiando due processi”.

Processare Salvini vuol dire anche processare tutte quelle persone che sono stanche di venire dopo gli altri, di essere considerati cittadini di serie B, di dover tornare a casa a testa bassa, di dover essere considerati sempre come ‘secondi’ e mai i primi.

“Ma noi non siamo persone razziste, xenofobe, ce ne dicono di tutti i colori, noi vogliamo che chi viene a Taranto  dall’altra parte del mondo rispetti le radici, le tradizioni, la cultura e l’identità dei cittadini Tarantini. Nelle scuole ci devono essere i crocefissi, si deve festeggiare il Natale, la Pasqua, la festa della Mamma, del Papà, però ricevere applausi per questo o perché dici che una famiglia deve essere composta da un uomo e una donna, ti fa pensare….son cose che fino a  trent’anni fa, ai tempi dei miei genitori, dei miei nonni, erano considerate  normali, scontate, evidentemente sta succedendo qualcosa di pericoloso, anche all’interno delle scuole”.

Ci sono alcuni insegnanti che non si stanno preoccupando più di educare i giovani,  ma ultimamente si stanno occupando di inculcare idee politiche “per cui magari spiegano e parlano di cultura LGBT, per cui la famiglia può essere composta da due genitori  dello stesso sesso, è chiaro che in questo modo si mette a repentaglio il futuro delle generazioni e dei territori, perché  se vogliamo che qui ci saranno ragazzi a parlare di Taranto, di Ilva,  di sviluppo economico, sociale e turistico si devono impegnare le mamme ed i papà, dai genitori uno, due, tre e quattro, non nasceva e non nascerà mai nessun figlio, quindi è una lotta d’identità e di futuro”.

E ha concluso rivolgendosi ai candidati alle elezioni regionali: “E quindi ci presentiamo in Puglia per la prima volta non per chiedere un voto di protesta, ma di speranza, il mio principale nemico, il mio principale avversario in Puglia e a Taranto non è l’elettore del Pd e del Movimento 5 stelle, ma la rassegnazione, con i cittadini che mi dicono, sì Andrea, tante belle promesse, tante belle parole, ma poi alla fine per me non cambia mai niente, il futuro è segnato e probabilmente sarà lontano dalla mia terra, dai miei genitori, dalle mie radici. La  responsabilità, l’onere, l’onore  che avete rappresentando la Lega, è quello di portare in Puglia un nuovo modo di far politica, che non c’è mai stato, perché tante volte ad amministrare questo territorio ha sbagliato il centrosinistra ma non solo ed ora noi chiediamo un voto basandolo sulla competenza, sull’onestà, sulla capacità  e sul sacrificio. Dobbiamo sempre guardare in faccia i cittadini e quel consenso meritarcelo tutti i giorni, perché qui la Lega è l’ultima speranza e quindi io sarò qui come Matteo Salvini, non solo in campagna elettorale, e verrò qui da italiano tra italiani, da pugliese acquisito tra pugliesi, perché ormai mi sento quasi più pugliese che lombardo, per provare a scrivere la storia, e a fare una rivoluzione stando sul territorio con umiltà, spirito di sacrificio e cercando di imparare anche dagli ultimi, facendo solo delle promesse che puoi mantenere”.

E intanto a Martina Franca ignoti hanno ritenuto di esprimere tutto il loro odio nei confronti di un avversario politico, l’avv. Giacomo Conserva, uno dei candidati della Lega alle regionali, evidentemente temuto, imbrattando le vetrine del suo comitato elettorale con scritte farneticanti.

“Ma l’odio non può fermare le idee e qualifica chi lo manifesta” ha commentato l’avvocato.

Vito Piepoli

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