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Appello di Conte per alleanza con il Pd alle Regionali. Ma M5s frena

“La costruzione di alleanze è un valore aggiunto”, dice Vito Crimi, “ma va fatto solo dove ci sono le condizioni”.

Giuseppe Conte

AGI – “In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione“. Parola di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio lancia un nuovo appello a favore dell’alleanza tra M5s e Pd alle Regionali del 20 e 21 settembre, con i due principali azionisti del suo governo, che, tra le sette Regioni al voto, hanno raggiunto un’intesa solo in Liguria. in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’, il premier insiste nel sostenere che “una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta” al governo “per realizzare le strategie del Green deal, dell’innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole”.  “E poi queste elezioni regionali coincidono con un appuntamento storico per l’Italia”, aggiunge con riferimento ai fondi attesi dal piano ‘Next generation Ue’.

L’appello di Conte è accolto con favore dal Pd, che esprime i due candidati sulla carta più forti, in Puglia e nelle Marche, il presidente uscente Michele Emiliano e Maurizio Mangialardi, e spera ancora in un sostegno last minute dei pentastellati. Ma è bocciato, sul territorio, dai due candidati del M5s,  Antonella Laricchia e Gian Mario Mercorelli. “La costruzione di alleanza basate sui programmi, sugli obiettivi comuni, ancor prima delle persone, è un valore aggiunto, in quanto il risultato di un percorso comune, in cui i contenuti vengono prima del contenitore”, riconosce il capo politico del M5s, Vito Crimi. “Ma  – precisa subito dopo – va fatto solo dove ci sono le condizioni”.

Sul fronte del Pd, tocca invece al ministro pugliese per gli Affari regionali, Francesco Boccia, avvertire gli alleati di governo. “Mi aspetto che in queste ore il Movimento 5 stelle risponda all’appello di Conte. Il Pd ha già risposto, mi aspetto una risposta su Marche e Puglia”, dice Boccia, augurandosi che si superi “un ottuso no”. “Se questa risposta non dovesse arrivare – continua – sarà inevitabile la nostra richiesta, dove possibile, di voto disgiunto, perchè se non si vota il candidato di centrosinistra vince la destra”.

Nelle Marche è invece il sindaco dem di Pesaro Matteo Ricci a proporre: presidenza al Pd, vicepresidenza al M5s. “Il presidente Giuseppe Conte ha ragione da vendere: le forze di governo si presentino insieme soprattutto in Regioni come le Marche che saranno determinanti per il risultato nazionale”, sostiene Ricci. “Altrochè marchigiani: l’obiettivo delle regionali di Salvini e della Meloni è solo quello di dare una botta al governo e chi lo vuole sostenere ha solo la strada dell’unità”. Da Ricci arriva “l’ennesimo appello ai 5 stelle: nelle Marche ci sono tutte le condizioni per chiudere un accordo con Maurizio Mangialardi presidente e Mercorelli vice, oppure per riconoscere ai 5 stelle il ruolo specifico che richiedono”. Secondo l’esponente Pd, “dopo l’emergenza Covid19 c’è un progetto di rinascita delle Marche da scrivere insieme grazie alle risorse del Recovery fund e siamo anche in grado di garantire le richieste di discontinuità e cambiamento che i 5 stelle richiedono”. “Facciamo delle Marche il vero laboratorio nazionale e non avvantaggiamo con le nostre divisioni la destra estrema della marcia su Roma – conclude Ricci -. Oggi sarà una giornata decisiva, proviamoci fino alla fine”.

Intanto, sul territorio, i candidati pentastellati Antonella Laricchia e Gian Mario Mercorelli, respingono al mittente l’appello di Conte. “Io ritengo doveroso garantire una valida opportunita’ di vero cambiamento, sono stata scelta alla guida di una coalizione formata dal M5s e di una lista della societa’ civile, Puglia Futura”, scrive, su Facebook, la candidata M5s in Puglia. “Tutta la squadra si è unita sulle cose da fare e da non fare. La mia presenza non è scontata, chiaramente sono sacrificabile in ogni momento, se qualcuno lo decide dall’alto, ma non chiedetemi di piegare la testa, piuttosto trovate il coraggio di tagliarla, se volete salvare la mala politica di Emiliano e Fitto, perchè, finchè non sarò rimossa da questo ruolo che mi è stato attribuito, andrò avanti a guidare questa opportunità di cambiamento”. Anche il candidato marchigiano fa muro e assicura di non aver alcuna intenzione di ritirare la sua candidatura e di accettare la proposta del Pd. “Il ticket proposto dal Pd arriva a meno di due giorni dalla presentazione delle candidature per le Regionali, quindi ampiamente fuori tempo massimo. Hanno avuto tre mesi per coinvolgere il Movimento nel programma e sui nomi: farlo solo ora è solo un colpo di coda”, dice Mercorelli, interpellato dall’AGI. “Resterei schiacciato da un presidente che è la fotocopia di quello uscente – sottolinea l’esponente pentastellato -. Invece, a suo tempo avevamo chiesto una netta discontinuità rispetto a Ceriscioli, ai soliti noti che il Pd ha rimesso nelle liste e ai programmi”. Per Mercorelli, dunque, “non ci sono elementi per arrivare a un accordo con il centrosinistra sulle Marche, nel solco di come si è ampiamente espressa la base del Movimento”.

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