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Un’alternativa alla plastica: Rewow

Un solo litro di olio vegetale esausto, ovvero ciò che rimane per esempio dalla frittura delle patatine, se non correttamente smaltito, forma una pellicola di 1.000 m2 che copre i bacini idrici, causando gravi problemi alle specie acquatiche e non solo. Se invece correttamente recuperato e gestito puó trasformarsi da rifiuto a nuova risorsa economica da inserire nell’assetto produttivo aziendale.

Partendo da questo concetto di economia circolare nasce il progetto REWOW che sta per REWinding Organic Waste. Una realta imprenditoriale costituenda pugliese, composta da quattro giovani, che hanno basato il core business del progetto su ciò che la società considera uno scarto, l’olio vegetale esausto.

Il team work ha individuato una tecnica innovativa, tutelata dal deposito di domanda di brevetto, che permette loro l’ottimizzazione di tecniche per produrre materiali bio-based.

Il mercato dei materiali bio-based è in continua crescita ed è stato stimato che nel 2026 raggiungerá i 94 MLD USD.

La startup utilizza questo rifiuto impattante come risorsa preziosa per la produzione di composti chimici giá presenti sul mercato e nuovi materiali bio-based che sono waste-based e versatili, principalmente per il packaging alimentare eco-sostenibile e per il settore della cosmesi naturale.

Al giorno d’oggi, solo l’1% di tutte le plastiche prodotte sinteticamente a livello globale viene prodotto da materiali rinnovabili.

Secondo il rapporto Improving Markets for Recycled Plastics realizzato da l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che, i maggiori ostacoli che frenano il riciclo della plastica nel mondo sono rappresentati dai costi e pochi incentivi.

Soltanto il 15% dei rifiuti di plastica viene riciclato nel mondo. Il 25% viene bruciato in inceneritori o termovalorizzatori. Il restante 60% va in discarica, bruciato o finisce nell’ambiente.

Il basso riciclo della plastica, secondo il rapporto, è dovuto al fatto che per un’azienda è piu economico fare nuova plastica che produrne di riciclata, in parte per la difficoltà di separare polimeri differenti.

I giovani imprenditori vogliono dare una risposta alla richiesta mondiale di maggiore rispetto verso l’ambiente con la produzione di prodotti che possano essere facilmente riciclati o riutilizzati piu’ volte dagli utenti diminuendo la produzione di rifiuti.

Creare un’alternativa ad oggetti fatti in plastica che al momento non permette il loro riutilizzo.

Un’idea che ha ricevuto diversi riconoscimenti con i premi ricevuti, Hackathon Resto al Sud di Invitalia, “Best Concept”, Innovation organizzata da NaturaSí, Roadmap di Bioinitaly, “Best Presentation” finalisti nazionali per il Bioinitaly Investment Forum organizzato da Federchimica – Assobiotec- e preselezione StartCup Puglia 2020.

Il team è un mix perfetto ed ha piena conoscenza degli aspetti tecnologici e li sa adattare alle esigenze delle aziende, attraverso competenza, creatività e sguardo attento alla corretta gestione delle risorse. Solo attraverso una gestione efficace degli scarti oltre che creativa, si può porre le basi per una collaborazione attiva tra le aziende, l’ambiente e i cittadini.

Il gruppo si differenzia anche per le attività di sensibilizzazione e conoscenza del riutilizzo dell’olio esausto, credendo fermamente che solo se si conosce si riesce ad agire nel modo migliore


Rosa Porro

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