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Riflessioni di Ida Procopio

Riflessioni

Un dramma elemosina stelle

si tinge di pianto,

attesa e speranza d’un sogno

si trasforma in silenzio.

Assiepata tra i sassi del fiume la mente crivella

le sue ragnatele,

illustrando vortici astratti.

Nulla trapela

fitto è il mistero,

il buio e le fessure

di questo silente e vivo cimitero.

Cerco il motivo della mia essenza

che davanti a me sfila

come uno spettro

a ritmi semplici e incalzanti,

sincopati,

con parole che si sentono in gola.

Penso alla fiamma di questa candela

nel buio della stanza

che brilla senza rumore

arde di pensieri

e sputa fumo e calore profumato d’incenso.

Vedo ombre,

angoli bui,

Satana oggi sghignazzava

anche se messo ormai fuori gioco.

Vorrei che il mare invadesse il mio corpo

e raggiungesse la punta delle tue dita.

Amore che dà più sogni

perso in giorni tutti uguali

colto da un improvviso silenzio,

come nera coltre sui sentimenti.

Chiuso nella mia noce

attendo che la vita mi schiacci

e mi camminino addosso

colonne di formiche,

milioni di stormi.

Mi chiedo: che rumore fa

un sogno quando cade?

Potrebbe essere un ticchettio

di un orologio usurato dal tempo,

il tonfo di un petalo

che cade su un pavimento di cristallo.

Non pretenderei mai dalla luna,

di non mostrarsi più la notte,

perché la notte per lei è vita.

È il volto della luna

che accompagna i miei pensieri,

mentre al buio, me ne sto

mandido di sudore miracolato

sulla veranda della vita.

Ida Procopio

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