Riflessioni
Un dramma elemosina stelle
si tinge di pianto,
attesa e speranza d’un sogno
si trasforma in silenzio.
Assiepata tra i sassi del fiume la mente crivella
le sue ragnatele,
illustrando vortici astratti.
Nulla trapela
fitto è il mistero,
il buio e le fessure
di questo silente e vivo cimitero.
Cerco il motivo della mia essenza
che davanti a me sfila
come uno spettro
a ritmi semplici e incalzanti,
sincopati,
con parole che si sentono in gola.
Penso alla fiamma di questa candela
nel buio della stanza
che brilla senza rumore
arde di pensieri
e sputa fumo e calore profumato d’incenso.
Vedo ombre,
angoli bui,
Satana oggi sghignazzava
anche se messo ormai fuori gioco.
Vorrei che il mare invadesse il mio corpo
e raggiungesse la punta delle tue dita.
Amore che dà più sogni
perso in giorni tutti uguali
colto da un improvviso silenzio,
come nera coltre sui sentimenti.
Chiuso nella mia noce
attendo che la vita mi schiacci
e mi camminino addosso
colonne di formiche,
milioni di stormi.
Mi chiedo: che rumore fa
un sogno quando cade?
Potrebbe essere un ticchettio
di un orologio usurato dal tempo,
il tonfo di un petalo
che cade su un pavimento di cristallo.
Non pretenderei mai dalla luna,
di non mostrarsi più la notte,
perché la notte per lei è vita.
È il volto della luna
che accompagna i miei pensieri,
mentre al buio, me ne sto
mandido di sudore miracolato
sulla veranda della vita.
Ida Procopio