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Il Bari deve usare le armi della qualità e delle tecnica per andare avanti

Ormai siamo in piena estate, le spiagge, in barba al distanziamento sociale, sono formicai umani, ed in questa estate stramba dove, a causa di una maledetta pandemia, si è costretti a finire regolarmente i tornei di calcio, il caldo sta avendo la meglio su tutto, del resto è normale, mica ci si poteva aspettare giorni con fresco e temporali. Ieri, a Bari, si boccheggiava, oggi, almeno, le previsioni dicono che l’aria si rinfrescherà un po’, condizione ideale, forse, per il  Bari per allenarsi meglio in vista del 13 luglio, giorno in cui la squadra di Vivarini esordirà nei playoff con una avversaria ancora da individuare. Giocare dopo quattro mesi senza nemmeno uno straccio di amichevole sarà dura anche se la preparazione avrà fatto il suo decorso in modo regolare e soprattutto professionale, ma tornare a correre a 100 all’ora, avere le energie giuste, avere le “gambe” giuste, e mantenere una freschezza atletica, di questi tempi, non sarà facile (i vari e troppi 0-0 fin qui conseguiti nei preliminari ne sono una prova lampante), a differenza delle altre che, man mano, giocheranno e che, quanto meno, avranno sciolto le gambe e avranno prodotto quel minutaggio in più rispetto al Bari. Per questo, la squadra biancorossa, almeno dal punto di vista fisico, appare meno favorita rispetto alle altre, ma attenzione: il Bari ha un’arma in più rispetto a tutte: la qualità. E solo con la qualità, insieme alle doti tecniche, si potrà fare la differenza anche perché i ritmi in campo non saranno granché. Il Bari dispone di una rosa ampia e capace di gestire ogni fase di gioco, sta a Vivarini capire le scelte giuste da apporre.

I playoff, di per sé, sono sempre un’incognita tra l’altro mai come quest’anno in quanto si affrontano squadre ferme ai box da quattro mesi, ed il Bari, oltre alla qualità, ha dalla sua parte l’aver potuto completare una preparazione specifica sia a casa dei giocatori, sia in campo, e tutto ciò non è di secondo piano, una preparazione che dovrebbe pure limitare gli infortuni che, purtroppo, mai come in questi casi, sono dietro l’angolo, e basta vedere cosa sta accadendo in serie A ed in B.

Scrive la Gazzetta del Mezzogiorno in un’intervista al Professor Fiorillo, uno dei più bravi preparatori atletici in circolazione (ha fatto parte anche del Bari), che occorre vedere anche l’età biologica dei giocatori: un giovane entra prima forma, ha maggior freschezza, e può rendere meglio in intensità, differentemente da uno più “anziano”. E in tal senso il Bari dispone di giocatori professionisti che non hanno mai badato a queste differenze e che sicuramente sapranno gestirsi. Antenucci e Di cesare, ad esempio, sono due professionisti esemplari che nonostante l’età, garantiscono un apporto decisivo e costante.

Insomma, non sarà per niente facile per vari motivi, occorre farsi trovare pronti e laddove dovessero verificarsi difficoltà, dovranno essere la qualità e la tecnica ad avere la meglio, perché solo così si potrà andare avanti.

Massimo Longo

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