Principale Politica Il signore delle mosche

Il signore delle mosche

unnamed (1)Spesso si legge qualcosa e si salta sulla sedia per disperazione. A volte succede anche quando si è d’accordo sul discorso, ma si avverte che ancora si esita ad andare a fondo a fare tutti i conti che vanno presentati. Prendo ad esempio un post di Gianluigi Da Rold  sugli stati generali dove il Paese è stato svenduto da un premier mai eletto da nessuno e chiamato al suo incarico da un altrettanto non eletto, al secolo Giuseppe Grillo di professione comico, su indicazione e spinta di un terzo non eletto ovvero Davide Casaleggio erede nella posizione di gestore del M5S, da un quarto mai eletto e peraltro già scomparso, fratel Gianroberto Casaleggio.

E’ proprio questa la situazione che permette la svendita finale e dunque lascia un po’ perplessi l’incipit del pezzo:  “Senza entrare nei meriti o demeriti politici, nelle scelte di politica economica, nelle visioni di sviluppo e di crescita, l’Italia può correre un grande rischio: quello di una progressiva deindustrializzazione e di una perdita di strategia produttiva e di sviluppo tra i paesi dell’Occidente.” Tutto vero solo che ora non si può sorvolare sui meriti e sui demeriti: per uscirne bisogna tornare a fare politica vera e puntare il dito su trent’anni di declino di tale consistenza da lasciarci in eredità queste sciocche mosche cocchiere dell’oligarchia europeista. Lascio a voi giudicare da quali materie si siano sviluppate queste larve.

Si è proprio il caso entrare nel merito di come uno dei Paesi più industrializzati del pianeta sia stato smembrato in questo modo a cominciare dal Britannia per arrivare all’avvocaticchio di soldi e sacrestia Conte, il signore delle mosche: non si può più traccheggiare sperando di ricevere ascolto da governi e partiti che esistono solo per gestire i saldi e i cui programmi si limitano alla pura discussione sui particolari della  chiusura esercizio. La cosa è ancora più dolorosa perché nella farsa pandemica che sta avendo l’effetto di un terremoto in occidente, in parte volutamente suscitato, ma poi sfuggito di mano come sempre avviene nei sistemi caotici, ci si accorge che le economie più forti e più vitali sono quelle asiatiche che al di là dei sistemi di governo tra i più vari e sui cui occorrerebbe finalmente cominciare a fare qualche serio discorso invece di limitarsi alle stronzate da quotidiano, sono comunque e sempre ad economia mista, ovvero quella che abbiamo gettato alle ortiche per seguire le illusioni neoliberiste che alla fine hanno fatto da killer per le democrazie e producono in cambio i totalitarismi sanitari. E dire che ci sono patetici coglioni da dopoguerra  che agitano il pericolo cinese.  In queste condizioni non si può approntare alcun piano di salvezza perché prima è necessario scacciare i mercanti dal tempio.

E del resto proprio ieri Conte ha dato la misura del suo  asservimento quando dopo aver fatto genuflessione alla Merkel (“Per l’Italia non è accettabile rimettere in discussione il piano del «Recovery fund, non è accettabile per tanti altri Paesi”. ) ha mostrato di che pasta è fatto ha tentato l’ultimo miserabile inganno: “il recovery fund si collegherà al Quadro finanziario pluriennale (quello europeo che va dal 2012 al 2027) , sarà un unico pacchetto di modo che non ci saranno dei paesi che hanno vinto e paesi che hanno perso. Vincerà l’Euro”. Questo vuol dire nella sua retorica involuzione che gli aiuti non saranno altro che proporzionali ed equivalenti a quello che l’Italia darà per il bilancio continentale. Insomma niente più che una partita di giro, con l’unica differenza che sarà Bruxelles a dirci come spendere i nostri soldi. Mai era stato detto così chiaramente. Tutto questo ovviamente avviene al di fuori del Parlamento, come se fossimo in una repubblica delle banane, anzi come è giusto che sia in una repubblica che le banane ormai le mangia da tempo.

Dunque altro che non entrare nei meriti inesistenti e nei demeriti colossali della politica da Berlusconi in poi che ha portato alla distruzione e dispersione di settori industriali di punta e di grande prestigio. Adesso anche la parte più piccola, ma ancora vitale dell’industria sta per essere assorbita e “devoluta” grazie anche alla farsa del Covid che ha accelerato il processo e che probabilmente è stata imbastita proprio a questo scopo.

Di certo non si può più mantenere il discorso pubblico a un indecente livello tra tifoserie del nulla che fanno inutile chiasso tra Salvini, Meloni, Renzi, scampoli di Pd , Movimento cinque stelle e patetici quanto ipocriti arancionismi di importazione. Questo è il problema: la totale assenza di politica.

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