Principale Economia & Finanza La prima giornata degli “Stati Generali di Conte”

La prima giornata degli “Stati Generali di Conte”

di Antonio Vox

Ieri, a conclusione della prima giornata degli “Stati Generali di Conte”, ADN Kronos ci ha informati sulla conferenza stampa tenuta dal premier, seguita a ruota da quella di Visco, Governatore della Banca d’Italia.

Entrambi hanno utilizzato l’aggettivo “concreto” per definire quanto si dovrebbe fare; senza però specificare il cosa.

Non si capisce bene, anzi per niente, quale possa essere il significato di tale aggettivo in un contesto che dovrebbe avere caratteristiche programmatiche.

Il vizio delle parole vuote … da slogan.

  • Ma, intanto, abbiamo saputo da Visco che:

“I fondi europei non potranno mai essere ‘gratuiti’: un debito dell’Unione europea è un debito di tutti i paesi membri e l’Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell’Unione”.

In altre parole, gli euro del Recovery Fund sono un prestito da restituire al Fondo (prima o poi, raccogliendo nuove tasse) al quale, è da ricordare, l’Italia ha contribuito, con una percentuale da terza economia europea, a costituire.

Qualcuno dirà, noioso, a difesa di non si sa cosa: “non tutti gli euro dati sono un prestito; ce ne sono a fondo perduto!”. Lasciamolo dire!

  • Ma, intanto, abbiamo saputo da Conte che:

nulla è concluso e, invece, tanto è ancora in mente dei: “la prospettiva delle risorse non è immediata, anche se c’è la possibilità di avere alcune somme anticipate in autunno, il grosso dei finanziamenti arriverà l’anno prossimo”.

  • Ma, intanto abbiamo saputo, dallo stesso Conte, che:

è tutto in alto mare visto che il premier ha sollecitato il CDx a partecipare:

“Venite agli Stati generali. Anche alla fine della prossima settimana, dopo che avremo ascoltato tutte le parti sociali e gli enti locali. Ci serve il vostro aiuto con i Paesi della Ue che hanno un Governo di destra, in particolare i Paesi del gruppo di Visegrad” (N.d.R.: contestazione del Recovery Fund) “nell’interesse nazionale, vi prego, vi riconoscerò pubblicamente questo aiuto (!?)”.

Nulla sul nodo politico; nulla sul piano “concreto” degli interventi.

Siamo nell’oblio assoluto di una piattaforma politica e programmatica.

Ma, poi, la ciliegina “dell’excusatio non petita, accusatio manifesta”:

“Non sprecheremo un euro”.

Non vi pare ridicola una frase del genere detta da un premier?

Ha, forse, sprecato finora? Coscienza sporca? Gatta ci cova!

  • Ma, intanto, abbiamo saputo da Sassoli e Von Der Leyen, che:

le risorse del Recovery Fund sono “finalizzate” (non si può dire “vincolate”, visto il vigente approccio “politically correct”).

In altre parole, le risorse sono utilizzabili per:

  • investimenti “Green Deal”;
  • spese in modo efficiente, perché sono “Soldi Pubblici” (qui nessun sostenitore del “politically correct” ritiene che si alligni un dubbio offensivo).

Nulla sulla attuale e pervasiva tragica situazione economica del Paese.

Che la Commissione abbia l’ovvio diritto “di verifica” di destinazione e d’efficienza, nessuna parola.

E nessuna parola sul fatto che, essendo fondi finalizzati, il Parlamento italiano non potrà dire nulla e nulla è necessario che sappiano la Camera e il Senato visto che il piano di investimenti viene presentato agli “Stakeholder” (parti sociali ed enti pubblici).

È forse finita la Repubblica Parlamentare Italiana?

Per mano di questo governo di pseudo rivoluzionari e di statalisti?

Quello che dimostra la totale inettitudine del governo e della sua maggioranza è che “si guarda solo ai soldi con il $ stampato sull’iride”; non riescono, poveretti, a capire che l’Europa “non ci dà soldi” ma ci “affida un budget” che significa, per chi non lo sapesse, un elenco di cose da fare e soldi per farle.

Quindi, da un lato, l’elenco; dall’altro, i soldi. Senza elenco, niente soldi.

È così che si fa da tutte le parti.

Che questo elenco di cose da fare, dettato dalla Europa, sia poi congruente con le reali necessità della ricostruzione del Paese e con il rilancio della economia reale, non è affare che sia importante per il nostro governo: ma per il Paese è fondamentale questione di vita.

Antonio Vox

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