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I giovani non possono sognare

Pope Francis during his Wednesday General Audience in Saint Peter's Square at the Vatican, 9 May 2018. ANSA/VATICAN MEDIA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Raffaele Vairo

Il Governo, la fase tre e gli ostacoli delle opposizioni, dentro e fuori del Parlamento, che impediscono ai giovani di sognare.

Non siamo ancora del tutto fuori della pandemia che già ne comincia un’altra. Questa volta dovuta alla crisi economica che sta rivelando dimensioni allarmanti. I difetti strutturali del nostro Paese si sono aggravati oltre ogni prevedibile limite. Il crollo dell’occupazione dovrebbe indurre tutti, partiti e associazioni di categoria, a ripensare le strategie da adottare in questa contingenza che appare disperata. Anche perché non possiamo ritenere che lo Stato si identifichi con il solo Governo, perché lo Stato siamo noi. Singoli cittadini e formazioni intermedie devono capire che i problemi, che sono gravi e complessi, non sono risolvibili dalla sola azione governativa, occorrendo il concorso collettivo non solo di idee ma anche di sacrifici sul piano economico. Cosicché, ad esempio, la Confindustria non può tirarsi fuori e pretendere massicci finanziamenti alle sole imprese, definendo l’attuale Governo inadeguato rispetto all’emergenza e, quindi, da sostituire immediatamente con un altro più autorevole. Il tono usato dal presidente dr. Bonomi non pare affatto consono al ruolo che ricopre e alle responsabilità che il mondo produttivo, in momenti come questo, deve assumere. Occorre forse ricordargli che l’imprenditoria italiana da qualche decennio ha sempre preteso aiuti statali senza nulla concedere in termini di impegni nella ricerca tecnologica e di sviluppo compatibile con l’ambiente? Non è forse vero che la spesa della ricerca delle imprese italiane non è andata oltre lo 0,9% del Pil a fronte di una media europea quasi doppia? E che dire del loro sentimento patriottico rivelatosi nullo e, anzi, sacrificato al profitto? Basti ricordare le delocalizzazioni in paesi dove il costo della manodopera è al di sotto della decenza o il peso fiscale è molto meno oneroso per sottolineare che anche la Confindustria non  si è sempre rivelata interessata al conseguimento dell’interesse generale. Senza fare, per carità di patria, riferimento alla gigantesca evasione fiscale.

Il Governo Conte, che non è esente da errori nella gestione della cosa pubblica, si è trovato di fronte a un’emergenza di dimensioni stratosferiche che ha prodotto una grave recessione e un impatto sociale di inaudite dimensioni. Pur tra qualche errore, è riuscito in quello che nessuno avrebbe mai immaginato. Con i provvedimenti amministrativi e legislativi adottati la crisi virale è stata riportata in limiti tollerabili. Con la diplomazia e con l’azione politica il Governo è riuscito a convincere le istituzioni europee a operare una svolta storica sul piano dell’economia e a modificare le rigidità previste dai trattati in favore di una visione che porta a una maggiore comprensione delle esigenze dei cittadini europei che aspirano a una vita dignitosa e libera. Ora è necessario che tutti, ma proprio tutti, facciamo la nostra parte se non vogliamo che il sistema collassi in modo irreversibile.

Il Presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa del 3 giugno ha annunciato un impegnativo programma di riforme (cd piano di rinascita) che richiede l’impegno di tutti. Conte ha parlato di un nuovo inizio per il Paese, che avrà bisogno dell’apporto di tutti. Infatti, i problemi del Paese si possono risolvere con misure efficaci e immediate, che richiedono l’attivazione di strumenti in grado di affrontare l’emergenza economica e sociale che “morde lavoratori e imprese, impoverisce le famiglie, gonfia le piazze”. Gli interventi economici, però, non sono sufficienti, occorrendo intervenire sull’apparato burocratico in modo corale da parte di tutti. Donde la necessità di convocare i principali attori del sistema Italia: il premier Conte è consapevole che il Governo da solo non è in grado di farcela e, perciò, rivolge l’invito a tutti a dare il loro contributo. Se poi le forze dell’opposizione non sono interessate alla sopravvivenza di questo Governo saranno tentate di fare come il famoso marito che per fare dispetto alla moglie si taglia i cosiddetti. Per conseguire il loro obiettivo (la caduta del Governo) presenteranno proposte inaccettabili, quale quella della flat tax, proprio per costringere la maggioranza di Governo a rifiutarle. Qui il fine delle opposizioni non è quello enunciato da Machiavelli, che mirava al conseguimento del bene comune, ma quello inconfessabile della realizzazione di interessi di bottega. Ma così facendo verranno sacrificati gli interessi delle persone che cadranno in totale miseria. E poi…Poi ci sono le opposizioni interne alla maggioranza che per motivi ideologici pongono condizioni inaccettabili. Conte, tentata la mediazione, vada avanti anche se le resistenze non siano superate. I Pentastellati e i Renziani, consapevoli che eventuali nuove elezioni sancirebbero la loro scomparsa o, quantomento, la loro irrilevanza, non avrebbero alcun interesse a far cadere il Governo. Gli Italiani sono fiduciosi nelle capacità del Premier e del Governo nel suo insieme. Ricordiamoci che il prezzo più alto, in caso di crisi, sarebbe pagato dai giovani che smetterebbero di sognare.

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