Principale Politica Diritti & Lavoro La musica siciliana nel mondo: la famiglia Li Causi – Intervista

La musica siciliana nel mondo: la famiglia Li Causi – Intervista

di Marco Castelli

Ogni regione italiana si caratterizza per storia, tradizioni culturali e musicali variegate e spesso legate alle dominazioni che, nel corso del tempo, si sono avvicendate sul territorio. La Sicilia è stata una delle regioni italiane più contese dalle civiltà straniere e questo ha contribuito a renderla unica e inimitabile in quanto a cultura e ricchezza gastronomica. La musica popolare siciliana è tutt’oggi apprezzata in tutto il mondo; le sue origini sarebbero attribuibili ai canti trasmessi oralmente e alle cosiddette “nenie”, cantilene che giravano musicalmente intorno allo stesso grado, alla stessa frase melodica.

Le personalità eccellenti che hanno portato la musica siciliana nel mondo sono state numerose, originarie sia della Sicilia occidentale che di quella orientale. A Porto Empedocle (provincia di Agrigento), patria del celebre autore Andrea Camilleri e del suo personaggio più noto, il Commissario Montalbano, nasceva a fine ‘800 Pietro Li Causi, capostipite di una famiglia di musicisti e compositori protagonisti della storia musicale dell’intera isola.

Abbiamo intervistato Davide Li Causi, nipote di Pietro e stimato musicista agrigentino.

Maestro Li Causi, quando comincia la storia della Vostra famiglia?

Il primo musicista è stato Pietro Li Causi, mio nonno, nato 1895. Dal punto di vista artistico le sue origini sono legate all’Accademia Mandolinistica di Porto Empedocle. I suoi figli, mio zio Franco e mio padre Salvatore (in arte Tony Lusi), hanno studiato all’accademia e ne sono usciti mandolinisti negli anni ’30, all’età di 12 anni circa, poi hanno proseguito al Conservatorio.

Cosa facevano i fratelli Li Causi?

La vera canzone siciliana non esisteva ancora, dalle nostre parti si trovavano prevalentemente le nenie (cantilene), limitate ad un unico grado tonale. I fratelli Li Causi hanno legato valzer, mazurca e quant’altro ad alcuni testi siciliani contenuti nelle nenie creando, quindi, delle vere e proprie canzoni. Mio zio e mio padre sono stati tra i primi in assoluto ad iscriversi alla SIAE; mio zio era autore, trascrittore e melodista su pentagramma (qualifica non comune per l’epoca). I brani Li Causi si ritrovano in circa 2000 dischi pubblicati da diverse case discografiche (la Fonit e la Cetra) di cui circa 700 consistono in composizioni di musica siciliana in stile mazurca, polka, quadriglia e valzer.

Il celebre brano Vitti ‘na crozza, una sorta di “inno ufficiale” della Sicilia composto per un film di Pietro Germi, è a firma Li Causi

Il testo di Vitti ‘na crozza risale all’800, era contenuto in una nenia tradizionale, con Li Causi ne è stato ricavato un brano che è diventato un cult. Da quel testo sono nate tre strofe, è stato messo in metrica e ha visto la luce quel brano conosciuto oggi in tutto il mondo. Il pezzo era stato creato per il registra Pietro Germi (che l’ha utilizzato nel suo film Il cammino della speranza), inizialmente sprovvisto del lallalleru che è stato aggiunto diverso tempo dopo. La paternità di Vitti ‘na crozza è stata correttamente attribuita a Li Causi dopo anni di dispute, in quanto altri artisti la reclamavano; finalmente nel 1978 è stato chiarito tutto grazie anche al certificato di deposito originale del 1950. Penso che sia interessante sapere che alcuni studi hanno evidenziato il reale probabile significato del testo originario, legato all’impossibilità dei comunisti dell’epoca di entrare in chiesa quando morivano (cioè di non potere avere, alla morte, la grazia di Dio).

Nel 2010 il Comune di Porto Empedocle ha dedicato un belvedere a Franco Li Causi

Alcuni riconoscimenti, come spesso accade, arrivano molti anni dopo la morte degli artisti, mio padre è morto nel 1998, mio zio già nel 1980. Si discute tutt’oggi di altre dediche ai fratelli Li Causi (che nel loro lavoro non si sono mai separati), sarebbe un bel riconoscimento della loro notevole attività artistica e del loro contributo per la comunità siciliana.

Gli spettacoli dei fratelli Li Causi erano presentati dalla moglie di Franco, Patrizia

I fratelli Li Causi incidevano e contemporaneamente svolgevano continue serate e spettacoli di piazza (lo hanno fatto fino al 1979), hanno cominciato con il Quartetto Li Causi per arrivare ad avere un’orchestra di 20 elementi. Le loro rappresentazioni erano sempre più richieste ed apprezzate, alcune sono tutt’oggi ritrovabili nell’Archivio Storico Luce (https://www.facebook.com/plugins/video.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Faltraagrigento%2Fvideos%2F215634106345694%2F&show_text=0&width=560). In una delle tante tournée in giro per il mondo, precisamente in Australia, Franco ha conosciuto Patrizia (che lavorava nella tv australiana che ha ospitato una rappresentazione dei fratelli) che sarebbe diventata sua moglie, per poi tornare insieme in Italia.

Dagli spettacoli in Sicilia alle tournée in giro per il mondo

Dopo il 1950 le rappresentazioni dal vivo sono state sempre più numerose, i fratelli Li Causi hanno girato l’Europa e l’Australia (sono anche stati ospiti delle rispettive tv di Stato) e, contemporaneamente, ricevevano importanti diritti d’autore anche dalla RAI che trasmetteva continuamente i loro brani. Dopo la morte di mio zio Franco le rappresentazioni firmate Li Causi hanno avuto un seguito grazie all’opera della moglie Patrizia, di me e degli altri eredi.

Dalla scuola musicale Li Causi sono usciti molti artisti

Gian Campione (celebre nome del folklore siciliano) è stato vicino alla nostra famiglia sin da piccolo, poi anche il grande Tom Sinatra, il talentuoso Giovanni Moscato e molti altri che oggi calcano le scene con successo.

Perché è importante ricordare?

Tanta musica siciliana è firmata F.S. Li Causi, alle vecchie nenie dell’800 sono seguite le vere canzoni siciliane anche grazie al loro lavoro sulle melodie che talvolta sono state affiancate ai testi tradizionali. Se scompare la memoria artistica di un popolo come quello siciliano scompare anche buona parte della sua storia, questo non deve accadere.

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