Principale Politica Diritti & Lavoro Agricoltura: confronto a 360 gradi sulla regolarizzazione dei braccianti

Agricoltura: confronto a 360 gradi sulla regolarizzazione dei braccianti

Sulla regolarizzazione di braccianti, colf e badanti il Governo cerca una difficile quadratura coinvolgendo i 4 ministri interessati: Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Sud).
Sul tavolo la decisione sulla opportunità di inserire queste disposizioni nel nel Decreto maggio che prossimamente potrebbe andare in Consiglio dei Ministri.
Secondo il ministro Teresa Bellanova braccianti, colf e badanti devono rientrare. Con un contratto temporaneo per sei mesi, rinnovabile. Per dare una risposta attesa soprattutto dal mondo agricolo. Non è, sottolinea, “una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Anche Provenzano spinge, sottolineando che si tratta di “una norma che risponde non solo a una esigenza di giustizia ma anche economica. Nel Governo c’è un confronto su come trovare una soluzione tecnica e penso che la troveremo”.
Nunzia Catalfo, da parte sua, suggerisce cautela sul tema mentre per il sottosegretario al Lavoro Steni Di Piazza occorre “stabilire come si emerge dal lavoro nero, dando anche una risposta all’emergenza sanitaria ed a quella sociale e civile”.
A cercare la mediazione tecnica sul testo sta lavorando la ministra Luciana Lamorgese. “C’è una condivisione di fondo – dice la titolare del Viminale – e spero si posa arrivare ad un testo condiviso”. Il Governo punta a tenere dentro il provvedimento anche i lavoratori italiani in nero. Sull’ok all’emersione tramite richiesta dei datori di lavoro – secondo quanto anticipato dalle agenzie di stampa – l’accordo c’è. I problemi ci sono sul canale parallelo di emersione, che è quello che parte dalla domande dei lavoratori. L’ipotesi della bozza, dare un permesso di soggiorno di sei mesi rinnovabile a chi ce l’ha scaduto ed a chi ha perso il lavoro in questi mesi di emergenza Covid. “Sull’emersione dei lavoratori in nero – ha detto a Radio anch’io la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.  c’è “una condivisione di fondo. Ieri abbiamo avuto degli incontri. Riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri. C’è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i  diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito”.
Anche se non ci sono certezze sui numeri (le stime di 600mila regolarizzabili sembrerebbero però sovradimensionate) il governo sembra essere vicino all’accordo: per il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano (in collegamento con Agora’, su Raitre) si è anzia ad “un passo dall’accordo: abbiamo inserito colf e badanti oltre ai lavoratori agricoli. E sono molto felice che parliamo di regolarizzazione anche dei lavoratori italiani che sono sfruttati nei campi”.
“Dobbiamo capire ora – ha aggiunto Provenzano – come accanto alla regolarizzazione del datore di lavoro possiamo dare lo strumento ai lavoratori sfruttati di emanciparsi dal ricatto dei caporali in cui si trovano in questo momento. E’ un tema troppo serio e importante per piantare le bandierine, anche nel Governo, da una parte e dall’altra” perche’ “che risponde a un’esigenza di giustizia ma anche a un’emergenza economica e per questo bisogna raggiungere un accordo e portarlo avanti nel decreto che ci apprestiamo a varare. L’accordo e’ raggiunto al 99%”, ha concluso.
“Io sono totalmente schierata per la regolarizzazione” delle persone in Italia senza permesso di soggiorno. “Non ho nessun dubbio. E’ una questione di dignita’ e di intelligenza”. La dice a chiare lettere la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa nel corso di un intervento a Radio in blu. “
Secondo il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia:”Bellanova ha posto un tema che sta molto a  cuore anche al Pd, molto serio, che non può essere risolto con aut aut o dei no, non sono accettabili. E’ giusto fare valutazioni molto serie e entrare nel merito. Si può risolvere senza dimissioni, non è  necessario”. 
“Non ne farei una questione ideologica”, sottolinea anche Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna alla guida della Conferenza delle Regioni. “Partiamo da un’esigenza vera, il bisogno di manodopera nelle nostre campagne”, afferma in un’intervista alla Stampa, “e costruiamo una soluzione che tenga insieme i diritti delle persone e le necessità delle nostre imprese agricole. Se riuscissimo a non fare speculazione politica su questo, ma a produrre una misura equilibrata sarebbe un passo avanti. Io aprirei il lavoro stagionale anche ai percettori del reddito di cittadinanza, per dire”. 
La vicenda della regolarizzazione dei migranti in agricoltura non deve essere strumentalizzata, è una questione di civiltà”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante un intervento a “Un giorno da pecora” in onda su Rai Radio1.  “Se si vuole stabilizzare gli immigrati – ha aggiunto – in modo da poter restare regolarmente nel nostro Paese, non si deve giocare in questa maniera. Se qualcuno si muove dal proprio Paese e va in un altro posto dove nessuno lo vuole, evidentemente ci va perché ne ha bisogno”.
“Anziche’ sanare 600.000 irregolari, perche’ coloro che percepiscono reddito di cittadinanza o di emergenza non possono aiutare nell’agricoltura? Non mi sembra difficile”. Lo scrive in un post su Facebook il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Il Presidente punta, poi, il dito contro il reddito di emergenza. “Ora al reddito di cittadinanza si vuole aggiungere il reddito di emergenza – scrive- intanto, le aziende aspettano liquidita’, sburocratizzazione e…mentre stanno gia’ con l’acqua alla gola, il governo che fa? Propone di aumentare il costo del lavoro e, invece di semplificare i contratti, vuole regolarizzare gli immigrati irregolari”. Invece, conclude, “in un Paese normale, il governo secondo me dovrebbe dare: soldi a fondo perduto alle imprese che non licenziano o assumono, riduzione del costo del lavoro, strumenti contrattuali flessibili”.
Per il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, “sulla regolarizzazione spero si trovi una soluzione, l’impianto proposto dalla ministra Bellanova è corretto: c’è una esigenza produttiva, di umanità, del lavoro e anche sanitaria per controllare chi circola nel nostro paese, credo che l’eccesso di rigidità sia dovuto più a questioni di visibilità politica che alla misura”.
L’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, ha deciso di scrivere una lettera ai ministri delle politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, e del lavoro, Nunzia Catalfo, per chiedere interventi urgenti del Governo legati alla carenza di manodopera agricola. La lettera è a firma congiunta anche degli assessori di Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Abruzzo e Basilicata. “Il ministro Bellanova continua ad affermare l’idea di regolarizzare circa 600 mila stranieri per lavorare in agricoltura. Una proposta che non risponde alle esigenze di stagionalità del mondo agricolo e che finirà per aumentare l’area grigia e illegale del caporalato”. L’assessore della Regione Veneto sottolinea, infatti, la necessità di dare la possibilità di integrare i loro sussidi a cassaintegrati, disoccupati, studenti e pensionati, che hanno voglia di impegnarsi lavorando nei campi.

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