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Deficit al 10% e stop alla plastica monouso? Il Covid-19 ci fa superare ogni limite

L’emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19 ha rivoluzionato la nostra vita recente, questa è cosa nota. L’attuale situazione è stata paragonata ad una guerra e vari governi, capi di Stato e di Governo hanno considerato legittimi e condivisibili tanto gli ampi sforamenti di deficit per far fronte alle esigenze di contenimento del virus, quanto una differente attenzione alle tematiche ambientali che portavano, solo poco tempo fa, a nuove norme contro la plastica.

Deficit al 10%, adesso si può

È notizia di questi giorni un possibile scostamento del bilancio italiano da 55 miliardi e un conseguente disavanzo di oltre il 10%, con un debito pubblico che potrebbe giungere al 155%. Numeri mai visti né solo pensabili in tempi recenti quando il dibattito politico si concentrava sull’opportunità o meno di superare il 2%, anche solo di poco. Le misure eccezionali italiane non sono state contestate dall’Unione europea in quanto le spese “una tantum” dovute alla gestione dell’epidemia sono escluse dal calcolo del bilancio.

L’emergenza è emergenza: in una situazione del genere – che in molti, non a caso, hanno paragonato ad una guerra – molte scelte inconsuete vengono considerate legittime e necessarie tanto dalla politica quanto dalla società. Se si trattasse di una vera guerra, militare, un Governo potrebbe godere di poteri speciali (come quelli recentemente chiesti da Trump). In tempi di emergenza da virus forse non siamo poi così lontani da quegli scenari, sia in ambito economico che legislativo. Per combattere il “nemico invisibile” il presidente del consiglio Conte ha emanato i ben noti Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio), una tipologia di atto amministrativo che molti italiani hanno scoperto solo adesso. Un solo uomo, il Presidente del Consiglio, avrebbe quindi sancito le ben note ristrettezze (spostamenti, attività lavorative ecc.) sulla base di un atto considerato snello e celere, vista la situazione eccezionale.

Verso lo stop alla Plastic Tax?

Un altro argomento discusso di questi tempi è la questione ambientale. In molti ricorderanno, ad esempio, la messa al bando dei prodotti in plastica monouso (cioè non riciclabile o biodegradabile) che in Unione Europea vedrà scomparire, entro il 2021, vari oggetti a noi familiari come piatti e posate di plastica, cannucce, coperchi per bicchieri (come quelli in uso nei fast-food), bastoncini cotonati ecc. Fino a pochi mesi fa non si parlava d’altro: la spinta sociale e le attività della giovane svedese Greta Thunberg sembravano avere portato diverse nazioni ad una maggiore consapevolezza dei danni causati da plastica e inquinamento.

Fino a pochi mesi fa tutto questo sembrava essere il principale problema all’ordine del giorno e difatti non è mancata, in Italia, la nuova tassa sulla plastica (“Plastic Tax”). Una scelta simile, però, ci ha portato a problematiche come l’annunciato stop agli investimenti e alle assunzioni da parte della Coca-Cola HBC Italia, celebre produttore e distributore di bevande a marchio The Coca-Cola Company in Italia. Questo stop, secondo l’azienda, sarebbe dovuto alle nuove politiche fiscali italiane (la plastic tax, appunto, ma anche la sugar tax). Sulla stessa linea si posizionava il Gruppo San Pellegrino che dichiarava un ripensamento sugli investimenti. Recentemente il Governo ha ricevuto pressioni da parte della minoranza e di alcune aziende e associazioni (Sibeg, Unionplast e Assobibe) allo scopo di chiedere lo stop della plastic tax.

Oggi, con l’emergenza Covid-19, che fine hanno fatto le politiche contro la plastica monouso? Alcuni oggetti sono improvvisamente diventati di utilizzo quotidiano per gran parte della popolazione: guanti monouso, camici protettivi usa e getta, oltre alle ben note mascherine. Quanti di questi oggetti, ormai prodotti e consumati in quantità enorme, vengono correttamente smaltiti? Quanti ne vengono, invece, abbandonati chissà dove per giungere anche in mare facendo aumentare la quantità di micro-plastica dispersa?

I limiti diventano valicabili

L’attuale epidemia sembra avere reso valicabili dei limiti considerati invalicabili fino a poco tempo fa. L’inquinamento? Beh, poi si vedrà. Il deficit al 10%? Beh, adesso è necessario, poi si vedrà.

Marco Castelli

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