Principale Attualità & Cronaca Dal 4 maggio al via i test sierologici. Saranno forniti dalla Abbott 

Dal 4 maggio al via i test sierologici. Saranno forniti dalla Abbott 

Le analisi sul sangue per definire se si è stati contagiati saranno eseguite su un primo campione di 150 mila persone. I kit gratuiti arriveranno dal colosso farmaceutico Usa, selezionato tra i 72 partecipanti alla gara indetta dal commissario Arcuri

fase due coronavirus arcuri

©  SEBASTIEN BOZON / AFP – Test sierologici

Sarà Abbott a fornire i test sierologici per l’indagine epidemiologica su un campione della popolazione italiana. L’azienda farmaceutica si è aggiudicata la gara indetta dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Il bando prevedeva “l’acquisizione di kit, reagenti e consumabili per l’effettuazione di 150 mila test sierologici finalizzati ad un’indagine campione sulla diffusione dell’infezione da Sars-Cov-2”. Il 22 aprile, data di scadenza, erano state presentate 72 offerte.

L’indagine, ha confermato oggi lo stesso commissario Arcuri, partirà dal 4 maggio, in concomitanza con l’inizio della fase 2. “Assieme a Inail e Istat, in base all’anagrafe, alla zona, al censo e alla classe, avremo una massiccia messa in campo di questi test che ci permetteranno di raggiungere primi risultati”.

Il campione della popolazione da testare, infatti, viene scelto sulla base di sei fasce di eta’, della provenienza geografica e dei profili lavorativi, oltre che ovviamente del sesso. I test sierologici sono esami del sangue in grado di trovare tracce di anticorpi che hanno reagito al coronavirus, in particolare due tipi di immunoglobuline: le IgM, anticorpi che compaiono nelle prime fasi dell’infezione e scompaiono in modo altrettanto veloce (e che, se individuati dal test, suggeriscono che il soggetto potrebbe ancora avere in corso l’infezione), e le IgG, che invece compaiono più tardivamente e persistono piu’ a lungo.

Se prevalgono queste ultime, significa che il soggetto potrebbe aver avuto l’infezione e averla superata. L’affidabilita’ non e’ mai al 100% (il target e’ del 95%), ma soprattutto non c’è certezza che l’aver sviluppato anticorpi garantisca una protezione duratura, quindi nessuna “patente di immunita'”: l’obiettivo è un’indagine per capire quanto davvero si è diffuso il virus in Italia.

“L’indagine a campione sulla sieroprevalenza – aveva spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza commentando la pubblicazione del bando – ci permetterà di capire il livello di diffusione del virus nel Paese e di pianificare le prossime fasi e il ritorno all’attività.

E’ uno dei cinque punti della nostra strategia sanitaria insieme al rafforzamento della rete territoriale, ai Covid-Hospital dedicati, alla App di tracciamento e assistenza a distanza e al mantenimento di misure di distanziamento sociale e di protezione individuale”

Le mascherine

Tutte le mascherine di cui si avrà bisogno per la Fase 2 saranno a disposizione. Le misure di contenimento stanno funzionando, ma la vittoria sul virus, indebolito ma non sconfitto, dipenderà solo da noi e dai nostri comportamenti. Trapela cauto ottimismo dal commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri: “La vittoria definitiva non arriverà per decreto, dipenderà solo da noi e dai nostri comportamenti soprattutto nei prossimi giorni. Serve comportarsi, come ha detto il presidente della Repubblica, con tenacia, sacrificio e senso di appartenenza”, ha detto Arcuri alla stampa.

Poi la precisazione: “Il coronavirus è indebolito ma non è ancora sconfitto. Non abbiamo vinto, oggi è la festa della Liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus, noi non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico. Non abbiamo conquistato tutte nostre libertà e componenti normali della vita tutti noi”.  “Lo Stato c’è – ha continuato -ed è tornato a investire con forza su uomini, strutture e dotazione con il fine di garantire a tutti i cittadini un diritto fondamentale che la Costituzione sancisce, quello della salute”. 

La Fase 2

“Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2”, ha aggiunto poi Arcuri. Ad oggi sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine, le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini. Ci sono poi due imprese italiane che sono al lavoro per realizzare 51 macchine utensili che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà. “Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno”. “Stiamo distribuendo le mascherine – ha detto Arcuri – alla Pubblica amministrazione, agli operatori dei trasporti, alle Forze dell’ordine e a tutte le componenti del sistema pubblico che ripartiranno da 4 maggio. Inoltre distribuiremo i dispositivi di protezione individuale anche alle residenze sanitarie assistenziali, sia pubbliche che private”. 

​”I ventilatori sono 4.112, il doppio dei pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva”, ha aggiunto Arcuri. “Questo significa –  ha continuato – che non solo hanno funzionato le misure di contenimento ma anche le politiche di acquisizione e distribuzione delle apparecchiature. Oggi nei nostri ospedali c’è un numero di ventilatori doppio rispetto ai pazienti di terapia intensiva”. 

La app di contact tracing​

Per la App è allo studio un aiuto per gli anziani. Ci sarà “una massiccia campagna comunicativa”. Lo ha annunciato il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa. “L’App – ha precisato – non è un lasciapassare, un passaporto per uscire o un’alternativa al lockdown. Bisogna spiegare agli italiani e non convincerli che serve a loro e a tutti noi. Si convinceranno da soli”.

Sulla App per il contact tracing, Arcuri rivendica tre risultati: “l’infrastruttura su cui i dati italiani risiederanno sarà pubblica ed italiana, la App rispetterà tutte le norme sulla privacy nazionali ed europee. Per step successivi arriverà ad essere strumento costruito intorno al diario sanitario di chi la userà, sarà non solo alert ma anche per le politiche sanitarie da remoto. I contagiati e i loro contatti stretti potranno colloquiare col sistema sanitario nazionale da remoto senza appesantirne gli oneri. Confido che molti italiani la useranno”, ha concluso.

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