Questo indice rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento dell’epidemia stessa.
Rt, sottolineano gli esperti dell’Iss, è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella cosiddetta Fase 2, in vista della quale l’ISS puntualizza che “la differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure successive a questa fase”.
Il valore di Rt, che sarà pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia.
Durante l’approfondimento di oggi è stato presentato anche uno studio preliminare sulle fonti di infezione.
Lo studio è stato condotto dall’Iss su circa 4500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile: ne emerge che la maggior parte dei contagi – pari al 44,1% delle infezioni – si è verificato in una rsa, cioè in una Residenza per anziani; il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro.
AUMENTANO I CASI POSITIVI DI SESSO FEMMINILE TRA GLI OVER 80
Nella seconda fase dell’epidemia (1-23 aprile), tra gli over 80, si registra un numero più alto di casi di Covid-19 nel sesso femminile contrariamente a quanto avvenuto durante la prima fase (gennaio-marzo). Nella fascia 80-89 anni i casi femminili rappresentano il 22,5 per centro contro il 17,9 di quelli maschili. Dopo i 90 anni: il 15,5 per cento contro il 5,7.
LE ZONE ROSSE
Allo stato attuale si contano zone rosse in 106 comuni italiani di 9 regioni. Molte di queste sono in fase di chiusura nei prossimi giorni.