Principale Economia & Finanza Un nuovo punto di vista: Scadenze e Guadagno

Un nuovo punto di vista: Scadenze e Guadagno

di Antonio Vox

Oramai lo dovremmo sapere:

tutti parlano di Innovazione; moltissimi non ne hanno consapevolezza.

La Innovazione, del primo tipo, la più diffusa, si riduce alla sostituzione di macchinari e tecnologie e induce nuove organizzazioni e nuove “best practices” nella vita quotidiana e d’impresa.

La vera Innovazione, quella del secondo tipo, invece, parte da un cambiamento radicale del “punto di vista”.

Solo qui ci sono le svolte epocali. 

Di esempi, ce ne sono tanti nella Storia: tanti per l’Innovazione del primo tipo; pochi per l’Innovazione del secondo tipo.

Mentre la “Rivoluzione Industriale” è una Innovazione del primo tipo;

la svolta dal Sistema Geocentrico al Sistema Eliocentrico è del secondo.

La prima è stata una evoluzione, chiamiamola “tecnologica”, con i corollari che tutti conosciamo.

La seconda è stata, con il cambio del “punto di vista”, una drammatica rottura con il passato per la politica, la religione, l’economia, il sociale, la cultura; che ha coinvolto tutto il mondo conosciuto.

Oggi, con l’avvento dell’impero del Covid 19, siamo di fronte ad una svolta epocale perché tutte le certezze del mondo, per come lo abbiamo conosciuto e conosciamo, stanno naufragando.

Quello che conosciamo è un mondo che, volenti o nolenti, va scomparendo!

I vecchi schemi (che hanno prodotto metodi e convenzioni, luoghi comuni e procedure) non bastano più; nuovi schemi li debbono sostituire, con nuovi metodi e convenzioni.

C’è bisogno di una nuova visione della realtà.

È necessario “tornare alle origini”, con l’osservazione critica di ciò che abbiamo già sotto i nostri occhi, ma che non siamo mai riusciti a scorgere.

Con questa utile premessa, affrontiamo l’argomento che ci interessa: l’Economia e come assicurarci un futuro. 

Facciamo degli esempi, traguardando due temi.

  1. Primo tema.

Nella formula che tutti noi abbiamo studiato (Ricavi – Costi = Guadagno), la produzione del reddito, quello che ci permette di vivere, è il Guadagno.

I Costi sono quelli che consentono di costruire il prodotto/servizio: essi Costi, con la vendita, incassando i Ricavi, ritornano a casa e consentono, così, di costruire un ulteriore prodotto/servizio che si può vendere, ripetendo il ciclo che produce il Guadagno.

I Costi servono per produrre il Guadagno.

I Costi, dunque, sono parte integrante dell’impresa, al pari dei macchinari, del personale, delle forniture: stanno sempre lì, nella disponibilità e proprietà dell’impresa.

Li impegniamo per costruire il prodotto/servizio e li disimpegniamo con la vendita del prodotto/servizio. 

Il fatto che sia i Costi che il Guadagno si misurino con lo stesso metro (euro) impedisce di distinguerne le differenti profonde qualità.

Se si sottraessero i Costi, si ucciderebbe l’impresa perché la si priverebbe della capacità di produrre e di attuare il ciclo della realizzazione del valore del reddito.

Il Guadagno, invece, lo posso sottrarre senza problemi; anzi debbo.

Possiamo concludere, dunque, che il nostro interesse debba esser focalizzato sul Guadagno, essendo quello che misura il reddito e ci fa vivere?                                         

Analogo discorso per le Banche.

Quando si prende un prestito, lo si restituisce con un piano d’ammortamento, le cui rate sono composte da “sorte capitale” e “sorte interessi”.

Si osserva, però che la prima rata è tutta “sorte interessi”, l’ultima è tutta “sorte capitale”.

Cosa si può dedurre?

Che la Banca è interessata al proprio Guadagno (“sorte interessi”) ben più che ai Costi (“sorte capitale”).

I Costi (“sorte capitale”) consentono alla Banca di produrre il proprio reddito.

Possiamo concludere, anche qui, che l’interesse debba esser focalizzato sul Guadagno, visto che i Costi (“sorte capitale”) sono sempre nella disponibilità della Banca fino a che il debitore non li abbia pagati?

Quindi: “focalizzazione sul Guadagno”.

  1. Secondo tema.

Questo esempio è lapalissiano: se il prestito che riceviamo non ha scadenza, nel senso che si può restituire anche fra 100 anni, magari rinnovabili, si può concludere di non avere nessun debito?

Quindi: “senza scadenza”.

Queste osservazioni, lette “ab origine”, costruiscono gli assiomi del nuovo “punto di vista” sul quale è possibile trascurare il debito e facilitare la ripresa non più oberata da debito insostenibile.

Questo nuovo “punto di vista” è incontestabile perché nasce “ab origine”, dalla realtà osservata.

Applichiamo alla vita reale la nuova visione che, fra l’altro, comincia ad essere accolta con favore da molti tecnici ed economisti, compreso quel furbacchione di Soros.

L’EU, la Ursula Von der Leyen, nell’ambito del Fund Recovery, per trovare € 1.000 mld, propone di rastrellare sul mercato (privato e non) l’importo citato, emettendo titoli (obbligazioni) ai quali assegna un tasso di interesse.

L’investitore compra il titolo con i suoi capitali (Costi) e incassa un interesse annuo (Guadagno).

Fin qui, nulla di nuovo.

Ma, si aggiunge: “i titoli sono senza scadenza”.

Si ottiene che l’investitore incassa il suo reddito annuo (Guadagno) di cui è soddisfatto perché competitivo; non ha bisogno di cercare altre modalità d’investimento perché il titolo non ha scadenza; può ritirare i soldi quando vuole, senza penalità.

Questi capitali, prestati alla EU, con gli interessi passivi che maturano, rappresentano i Costi della EU che, erogandoli agli Stati, anche qui senza scadenza di restituzione, incasserebbe il suo Guadagno sotto forma “sorte interessi”.

In questo modo, per quanto detto prima, la EU non accusa un debito; gli Stati non accusano un debito – perché nessuno deve restituire la “quota capitale” -; la EU realizza un Guadagno che potrebbe essere zero; il risparmiatore realizza un Guadagno.

Quello che “gira” è la sola “quota interessi” dallo Stato alla EU, dalla EU all’investitore.

La combinazione (“focalizzazione sul Guadagno”, “senza scadenza”) ha alleggerito tutti gli attori.

Sembra l’uovo di Colombo, difficile alla prima accoglienza, ma chiarissimo dopo.

Proprio come la visione copernicana, osteggiata all’inizio, è apparsa banale dopo che si sia accettato di spostare i piedi dalla Terra (Tolomeo) al Sole (Copernico).

Questo semplice cambio di visione ha prodotto, invece, quel po’ po’ di trambusto che abbiamo studiato su tutti i libri come un paio di condanne dei tribunali vaticani al genio di Galileo Galilei e una trasformazione profonda della Società.

Un altro esempio applicativo:

se i Costi che l’impresa non ha ma ne abbisogna per produrre, invece di comprarli – soggiacendo ad un prestito bancario che dovrà restituire con un piano d’ammortamento -,  fossero “prestati senza scadenza” dalla Banca (sarebbe analogo dire “affittati”), l’impresa non sarebbe oberata da una rata pesante (“sorte capitale” + “sorte interessi”) che l’affaticherebbe ma da una rata leggera (solo “sorte interessi”).

Non credete che sia un esplosivo impulso allo sviluppo e alla rinascita?

Le applicazioni del nuovo “punto di vista” sarebbero numerosissime.

Ma se lo può fare la EU, perché non lo può fare lo Stato? O la Regione? O noi stessi?

Ecco quindi la proposta per il periodo del coronavirus e per la ripartenza:

  1. Debiti senza scadenza.
  2. Politica Economica del Guadagno.

Antonio Vox

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