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Sensazioni

Una Pandemia è riuscita a cambiare i sensi di una Comunità. Non per fatalismo, ma per paura del domani e di quello che, indipendentemente dalla sconfitta del COVID-19, accadrà in Italia e nel mondo. Questo “Coronavirus” uccide e in fretta. Tanto da non poter, neppure, dare un estremo saluto ai nostri cari uccisi da un virus, ancora allo studio della scienza.

 Quando una vita si spegne, parecchi elementi affettivi sono stravolti. Allora mi chiedi: “come potrà andare tutto bene?” Oltre alla speranza della guarigione, resta alto il numero dei deceduti. Non era mai capitato, nei tempi definiti “moderni” un’ecatombe tanto drammatica. Per avere sentore di un dramma, si potrebbe rammentare la Peste di Milano e, molto più recentemente, l’epidemia di “Spagnola” che ha fatto milioni di morti.

 Quella che stiamo vivendo, pur con tutti i tentativi di “contenimento virale, ” è una tragedia della quale siamo quotidianamente informati. Non esiste un modo sicuro per esorcizzare la paura. Il coraggio ha bisogno di presupporti che, per ora, non siamo riusciti a intravedere. Così, al timore, ciascuno reagisce a modo suo.

 E’ impossibile prevedere un comportamento univoco. C’è chi predilige il silenzio e la preghiera. Altri i canti augurali e le bandiere alle finestre. Certo è che questo complesso di “situazioni” dovrebbero invitare tutti alla riflessione.

 La morte non fa distinzioni di ceto. Il dolore, invece, si esprime in modo differente. Anche questo è un segnale di un’umanità che intende aggrapparsi alla vita.

Giorgio Brignola -Redattore

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