ROMA – “Il Governo stanzi assegni di 600 euro al mese per tutti, anche per chi lavora in nero, senza dover presentare alcuna documentazione, solo il codice fiscale” esortano i Sudisti Italiani, affermando, altresì, che: “Giuseppe Conte sta dimostrando grande attenzione sociale nei confronti degli esclusi dai processi economici legalizzati.
Pertanto, consapevoli della sua sensibilità socio-economica, gli chiediamo di non richiedere, come sempre accade, documenti particolari (vecchi bilanci, vecchi 740 e così via) che potrebbero costituire un impedimento all’ottenimento del beneficio. E’ indiscutibile che, in questo tragico momento storico, tanti hanno bisogno di aiuto.
I lavoratori ‘in nero’ corrono spesso il rischio di essere etichettati con il termine furbetti e fannulloni, ossia sono considerate persone che sfruttano lo Stato in quanto veri parassiti. Oltre al danno, la beffa! C’è da chiedersi: Ma è vero che esista chi vuole lavorare ‘in nero’ o, invece, è costretto a farlo, correndo seri rischi?
Certamente esistono i cosiddetti ‘furbetti’ , tuttavia è tragicamente vero che sono tanti i lavoratori che non hanno avuto la fortuna di trovare chi li assumesse nelle aziende o nella Pubblica Amministrazione e, pertanto, sono costretti ad ‘arrangiarsi’, che è un verbo non certo indulgente per definire il lavoro dei disoccupati, in quanto non tiene conto del dramma esistenziale di chi è disoccupato.
Chi lavora in nero è un lavoratore senza diritti: è questa la tragica verità!
Chi lavora in nero lo fa per sopravvivere, per mantenere la propria famiglia, certo non è un delinquente, è un essere umano che eroicamente si procaccia da vivere!
Viviamo un’ emergenza umanitaria che esige un approccio umano alle problematiche di ognuno di noi, sorte in seguito al suo manifestarsi: occorre aiutare tutti anche per evitare disordini sociali. Basta razzismo sociale, divisionismi, campanilismo! Siamo tutti figli di Dio! Lo Stato ha il dovere morale di aiutare tutti i cittadini, anche i cosiddetti ‘furbetti’ , che, al di là della veridicità della definizione, ora non possono certamente ricorrere alla furbizia. Perché, poi, definire il povero ‘furbetto’ ? Non esistono poveri furbi, perché se lo fossero certamente non sarebbero poveri!
Povero e furbo: è certamente un binomio che ‘non tiene’, ridicolo e ridicolizzante la miseria umana.
Alcuni cittadini sostengono che aiutare i lavoratori in nero non sia corretto. Anche di fronte al dramma della pandemia costoro non hanno smesso di essere malvagi?
Chi lavora in nero non è un fannullone, ma un lavoratore che, per svariati motivi, non gode dei diritti propri dei lavoratori, sanciti dal diritto del lavoro. Non è un furbetto, ma un povero, senza o con famiglia e figli. Dobbiamo farlo morire di fame?