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Scorza e mollica:  due parole per esaltare la bontà del pane di Matera

In competizione con quello di Altamura Città del Pane.

Giovanni Mercadante

Competizione commerciale tra le due città? NO!

Differenza di  gusto, di lavorazione, di grani? No! Allora?

Semplicemente un concorso letterario. Nessun timore. 

Ad Altamura, indiscussa  Città del Pane, resta lo scettro; il prodotto  è garantito dalla  D.O.P./Denominazione d’origine protetta, la cui certificazione è stata rilasciata nel 2003  dal Ministero dell’Agricoltura italiano e dalla Comunità europea

Il rigoroso disciplinare  resta a garanzia del lungo e faticoso iter percorso dal suo fondatore  Giuseppe Barile, già Presidente del Consorzio dei Panificatori di Altamura.

Un gruppo di intellettuali materani  ha pensato di concertare un concorso letterario che ruoti intorno a questo prodotto. Il progetto nasce da una idea di Francesco Linzalone,  il quale partecipando ad un concorso di formaggi indetto dalla sezione  Condotta Slowfood  Friuli, pensa di traslarlo nella città dei Sassi  eletta nel 2019 Capitale italiana della cultura europea.

Nel suo  viaggio di ritorno dal Friuli, entusiasmato dai risultati, si fa  strada l’idea di imitare detto progetto. Il prodotto principe territoriale è il pane, visto  come simbolo ecumenico che avvicina i popoli di fede diversa.

                              Foto di gruppo degli organizzatori del concorso

Il concept viene proposto all’amica Elena Baldassarre, la quale dà subito impulso all’iniziativa strutturandola con il coinvolgimento di altre persone.

L’obiettivo, nella logica dei promotori, è di non far emergere la competizione commerciale tra il pane di Matera e quello di Altamura, bensì di promuovere e valorizzare la cultura territoriale con un concorso nazionale  letterario e fotografico sul pane attraverso racconti, fotografie, ricette, tecniche di lavorazione e nell’utilizzo di farina di semola rimacinata di grano duro coltivato nei territori della Murgia e delle colline materane.

La finalità inoltre, è di far affiorare attraverso questo concorso, sensazioni, emozioni, impressioni confrontandole con altre regioni d’Italia e perché no, con altri paesi.

Promosso da Slow Food Matera in collaborazione con l’Associazione Museo virtuale della memoria collettiva (MUV) e dai panificatori locali, il pane diventerà – ha affermato Francesco Linzalone – la più grande ricchezza che la povertà ci ha regalato.

L’idea progettuale è stata subito accolta ed ha avuto  una veloce “lievitazione” giusto per usare un termine a tema, ha tenuto a sottolineare F. Linzalone. Intorno al pane ruotano gli aspetti etici, il ruolo dell’agricoltore con la coltivazione del grano; il molino con la macinazione del frumento; la massaia con la lavorazione dell’impasto; il fornaio con la sua tecnica di cottura.

Il pane rappresenta per l’uomo sin dai tempi della civiltà un elemento di evoluzione legato all’alimentazione dopo la caccia e la pesca; per passare poi alla pastificazione con la diversificazione.

Dalla diversità culturale appare anche la differenziazione della produzione del pane (pane azzimo).

Come detto innanzi, scopo del concorso è di far convergere le diversità artistiche, letterarie e non.  Nel pane c’è il valore simbolico delle tradizioni di un popolo e i ruoli della filiera.

Scorza e mollica: sono due fattori importanti per apprezzare la bontà del pane.

Per scorza s’intende la crosta, il cui colore dorato dà un senso di croccantezza al palato. La mollica contiene acqua e sazia di più. Pertanto, crosta dorata e mollica morbida sono segni di una buona cottura.

ll concorso – fanno sapere gli organizzatori – è rivolto a tutti i cultori delle arti culinarie, a scrittori, poeti, fotografi italiani e stranieri anche dilettanti di tutte le età.

Le opere dovranno giungere alla giuria del premio (composta da Tiziana D’Oppido, Stefania Plasmati, Camilla De Ruggieri, Rita Pomarici, Rocco Scattino, Nicola Laricchia, Maria D’Agostino, Magda Tardi, Serenella Gagliardi, Simona Simone, Patrizia Perrone) entro il 30 aprile 2020 all’indirizzo info@scorzaemollica.it.

La premiazione sarà effettuata il 6 giugno 2020. Tra i premi, oltre a prodotti tipici locali, figura il timbro in legno opera dell’artigiano Massimo Casiello con il quale le massaie di un tempo contrassegnavano le forme di pane da infornare.

E’ prevista una mostra delle opere fotografiche, che entreranno a far parte dell’archivio del Muv.

I lavori letterari e poetici saranno pubblicati sulla rivista culturale Mathera, diretta dal collega Pasquale Doria, partner del concorso.

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