Principale Arte, Cultura & Società “Federico Fellini: sogni e poesia”

“Federico Fellini: sogni e poesia”

Video-conferenza all’ANEB di Molfetta a cura del prof. Tonino Ragno

Il 20 gennaio del 1920, nasceva a Rimini Federico Fellini,  il grande regista, sceneggiatore, fumettista e scrittore italiano, che è considerato uno dei maggiori nomi della storia del cinema mondiale. Nell’arco di quasi quarant’anni, da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della Luna del 1990, ha collezionato 4 Oscar per la categoria “miglior film straniero”, esattamente per La strada, Le notti di Cabiria, 8½ e Amarcord, mentre nel 1993 gli è stato conferito quello alla carriera. I titoli dei suoi più celebri film, tra cui anche I vitelloni, La dolce vita e Roma, sono diventati famosi in tutto il mondo.

In occasione del 100° anniversario della sua nascita, le testimonianze di affetto e riconoscenza abbondano. E non solo in Italia.

Anche l’ANEB(Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) ha inteso rendere omaggio al genio della cinematografia italiana, organizzando una video-conferenza sul tema “Federico Fellini: sogni e poesia”, che si terrà mercoledì 19 febbraio 2020 con inizio alle ore 18,30 presso la sede sociale in Via Cap. De Gennaro n.23.  Relatore sarà il prof. Tonino Ragno.

Federico Fellini ha caratterizzato, simbolicamente e non, al massimo grado gli aspetti e i momenti più significativi della storia d’Italia dal secondo dopoguerra in poi.

Noi italiani e Fellini: compagni di strada in un lungo viaggio. Lui, il Maestro ci raccontava – e si raccontava – nell’arco della sua carriera. E noi ci muovevamo, talvolta crescevamo, tra un suo film e l’altro. Fellini ci ha guardati dentro in un modo scanzonato e attento, forse è stato l’unico moralista di questa Italia uscita dalla guerra, ricostruita e ora in procinto di sfasciarsi di nuovo. Altri registi hanno raccontato la storia d’Italia con più apparente realismo di lui. Inutile fare nomi. In realtà Fellini raccontava l’Italia interiore, quella che tutti ci portiamo dentro. Virtù e debolezze, emozioni, la nostra formazione più o meno cattolica, i ricordi, i sogni, la nostra cultura. Lì c’è il romanzo d’Italia.

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