Parte del mondo politico e della comunicazione abbia il coraggio diĀ fare il mea culpa
di Biagio Maimone
Un servizio molto accuratoĀ del TG5 haĀ messoĀ in luce che, in Italia, si registra un aumento crescente diĀ fenomeni di xenofobia e di razzismo. Il nostro Paese ĆØ divenutoĀ sempre piĆ¹Ā teatro di degrado civile ed, ancor piĆ¹, morale. Forme diĀ razzismo e rifiuto dellāaltro, in modo oltraggioso, si affermanoĀ senza freno alcuno, non certo in nome di unāideologia politica, che,Ā in ogni caso, non giustificherebbe assolutamente tali orrendi fenomeni, maĀ come espressione senza scrupoli della propria aggressivitĆ , ostentataĀ con fierezza. Fa paura prenderne atto.Ā
CāĆØ da chiedersi che cosaĀ alimenta tale ondata di aggressivitĆ e di rozzezza umana. Vi ĆØ unaĀ responsabilitĆ civile e politica? Riteniamo che nulla succeda perĀ caso, soprattutto nell’ambito della vita sociale.Ā
Difatti, osserviamo che le fonti diseducative, tuttora presenti nelloĀ scenario socio-politico, sono di varia natura.Ā
Tra esse si annovera il linguaggio non certo raffinato di alcuniĀ giornalisti e di alcuni esponenti della vita politica, divenuti veicoloĀ di messaggi superficiali, che fanno propria la libertĆ di parola e diĀ offesa, anzichĆ© il dialogo ed il confronto costruttivo. La parolaĀ diventa āparolacciaā, in quanto deve offendere, in modo irruento, lāaltroĀ che si ritiene ostacolo, in quanto portatore di un pensiero diverso oĀ provenienteĀ da un luogo lontano. Pedate e solo pedate all’altro perchĆ© solo laĀ violenza ratifica il proprio potere: questo ĆØ il messaggio che siĀ legge, a volte apertamente, a volte in modo metaforico, tuttavia restaĀ il messaggio predominante.Ā
Alcuni giornali, alcune televisioni ed alcuni partiti politici sembranoĀ avallare lāodio sociale e le discriminazioni attraverso propagandeĀ squallide e di cattivo gusto.Ā Ā
Non passano inosservati i titoliĀ riportati da un giornale presente nelle edicole di tutta Italia, cheĀ utilizza le parole āgayā, āterroniāĀ
e ānegriā in modo offensivo eĀ classista. Anche le donne diventano vittime di tale squalloreĀ giornalistico.Ā
C’ĆØ da chiedersi che fine hanno fatto i diritti che la donna haĀ conquistato, nel corso dei secoli, attraverso un impegno moltoĀ sofferto.
Nuove forme di violenza ĆØ evidente che ne minacciano non solo iĀ diritti acquisiti, ma addirittura la vita.Ā
Si constata che sono i piĆ¹ deboli le vere vittime di tale nuova ondataĀ di violenza e barbarie.
Difatti, la cronaca pone in evidenza che si offendono, in modoĀ molto rude, e si riempiono di percosse persone inermi, anziani,Ā ammalati e bambini incapaciĀ di difendersi ed anche che si rievocano inni razzistici e simboliĀ come la svastica.Ā Ā
Sorge spontanea la domanda: āEāstata istituzionalizzata la follia perĀ caso, o, forse, regna lāoscurantismo della ragione?”.Ā
Attenzione perchĆ© dal disordine sociale e dallo sbando sociale sonoĀ nate le dittature!Ā
I giornali sappiano che non devono far propaganda dellāodio socialeĀ per avere audience, perchĆ©, in tal modo, generano il terreno tanto caroĀ al totalitarismo, che si nutre dellāignoranza dei popoli eĀ dellāaggressivitĆ dei bulli!