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Le elezioni in Irlanda sono uno schiaffo alla Brexit

Le votazioni per il rinnovo del parlamento nazionale irlandese hanno visto il trionfo di Sinn Féin con il 24,5% delle preferenze, superando i partiti che hanno governato il Paese fino alle ultime elezioni: Fianna Fàil (22,2%) e Fine Gael (20,9%).

Si apre ora l’incognita della formazione del governo nel momento in cui Sinn Féin aveva presentato nelle liste elettorali un numero di candidati piuttosto ridotto e questo potrebbe far sì che il partito non sia il primo per numero di seggi. In Irlanda infatti si applica il sistema del voto singolo trasferibile che permette all’elettore di dare più preferenze ai candidati nella scheda numerandoli. Se Michael Martin (Fianna Fàil) non esclude un’apertura verso Sinn Féin, dello stesso parere non è Leo Varadkar, primo ministro in carica che ha dichiarato che un’alleanza non è “un’opzione praticabile”.

La leader Mary Lou McDonanld ha commentato il risultato “rivoluzionario” sostenendo di voler formare un esecutivo con i partiti minore anche se non si esclude l’inclusione di uno dei maggiori partiti. Le elezioni anticipate hanno visto sostanzialmente un pareggio tra le tre maggiori forze politiche ma se si osserva l’evoluzione dei consensi il vincitore è proprio il partito nazionalista.

Secondo le prime analisi, il voto irlandese si spiega con il voto di protesta che i giovani avrebbero applicato contro il sistema partitico tradizionale. Le maggiori insofferenze degli irlandesi riguardano l’aumento del costo della vita e delle abitazioni, conseguenze che si protraggono dopo la crisi finanziaria del 2008 che ha duramente colpito l’Irlanda dalla quale è riuscita a ripartire solo grazie alla forte riduzione della spesa sociale. Questo assetto ha rafforzato i partiti nazionalisti che continuano a fare della riunificazione dell’Irlanda un’importante punto dell’agenda.

Il Regno Unito continua perciò ad essere tirato su due fronti, oltre a quello storico dell’Irlanda, anche quello della Scozia, sempre più distante da Westminster.

Di Sara Carullo

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