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Fatti di casa nostra

Nella Penisola si vive un’atmosfera d’inconciliabilità politica da non ignorare. Gli ultimi fuochi brillano ancora e chi ha qualcosa, giacché risparmiare, significa rimetterci, lo investe nell’effimero. La vicenda della formica e della cicala non insegna più nulla a nessuno. Chi è stata “formica” non riesce più a tirare avanti. Chi è stata “cicala”, almeno, avrà un patrimonio che nessuno potrà sottrarre: i ricordi dei tempi belli andati.

Il concetto è chiaro: vivere alla giornata è meno rischioso che a medio termine. Per chi non ha nulla, nessuno s’interessa. Per chi ha qualcosa, il meccanismo fiscale saprà fare la sua parte. La Penisola dei controsensi non riesce a trovare scappatoia né interna, né internazionale. Gli italiani, progressivamente, sono cambiati. Da popolo di “musica e canto”, si sono trasformati in popolo con “risorse” limitate.

Accanto alla crisi, che da noi è vissuta diversamente che altrove, si è immessa una filosofia che non è mai stata delle nostre genti. Non è possibile essere fiduciosi, quando il futuro resta incerto e la politica, sempre più impossibile viatico, è inquinata da una serie d’eventi che ci fanno tornare a fatti che avremmo preferito obliare.

Per il passato, i sintomi del declino irreversibile erano iniziati proprio come quelli che stiamo vivendo. Quali saranno le scelte per evitare il drammatico “insuccesso”di questo Esecutivo di Centro/Sinistra in fase terminale? Un interrogativo difficile da argomentare.

Giorgio Brignola

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