Principale Politica Diritti & Lavoro A che punto è il confronto sulle pensioni. Parla Francesca Puglisi

A che punto è il confronto sulle pensioni. Parla Francesca Puglisi

La sottosegretaria al Lavoro a Repubblica: “un anno di contributi in più alle madri per ogni figlio e una pensione di garanzia ai giovani”

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Armando Dadi/ AGF
Francesca Puglisi

“Uscire a 64 anni e 35 di contributi, senza penalizzazioni. Un anno di contributi in più alle madri per ogni figlio. E ai giovani una pensione di garanzia fino a 750 euro al mese, a integrazione dei contributi versati, a patto che abbiano almeno 20 anni di contributi”. È la proposta avanzata dalla sottosegretaria al lavoro Francesca Puglisi, Pd, illustrata in un’intervista a la Repubblica. Una possibile proposta di mediazione da discutere il prossimo lunedì nell’incontro con le parti sociali.

Secondo Puglisi, la sua idea “è simile alla proposta Nannicini a cui il Pd fa riferimento, anche se lì si prevede un’uscita a 64 anni e 20 di contributi, ma con il ricalcolo contributivo per chi è nel sistema misto”. Una soluzione “senza ricalcolo” che cerca di salvare anche le finanze pubbliche.

All’obiezione le donne e le carriere discontinue farebbero fatica a raggiungere i 35 anni, Puglisi risponde dicendo che “alle donne verrebbe assegnato un anno extra di contributi per ogni figlio, senza limiti di figli” mentre i giovani “avrebbero un’integrazione del loro montante contributivo fino a 750 euro e 15 euro aggiuntivi per ogni anno oltre i 20 minimi di contribuzione”.

Quanto al costo complessivo del pacchetto, la sottosegretaria di solo “stiamo facendo i calcoli” ma afferma anche che “non è più immaginabile procedere con interventi spot sulle pensioni E che occorre invece “agire ora e riscrivere la legge Fornero secondo due principi: equità intergenerazionale e sostenibilità del sistema previdenziale”. Lo scetticismo di chi dice “tanto io la pensione non l’avrò mai”, secondo Puglisi “getta discredito sulla politica”, che poi sottolinea: “Quanto alle coperture, si deve senz’altro attingere alla minore spesa per Quota 100. E poi anche immaginare di rimodulare l’Iva”.

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