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Al Bari non riesce di rosicchiare tre punti alla capolista. Solo un pari a Viterbo

Forse la peggiore prestazione. Ma all’ultimo respiro il Bari riesce ad acciuffare la gara anche se il punticino rosicchiato alla Reggina non è il massimo delle aspettative, proprio oggi quando occorreva una svolta concomitante la sconfitta di ieri della Reggina. Se a questo ci aggiungiamo le defezioni viterbesi, allora si comprende bene l’occasione gettata al vento. Il Bari allunga, tuttavia, a quindici le gare senza sconfitta ma per come si era messa la gara si può essere soddisfatti per come è andata. Certo, la cosa più bella è il gol di D’Ursi che inaugura il 2020, e chissà che non sia proprio lui il primo acquisto di gennaio. Non può essere, questo, il Bari, tutt’al più può essere simile a quello dell’andata contro la stessa Viterbese, quello di Cornacchini, per intenderci. Ma non può essere questo. Risultato a parte, sicuramente si tratta di una giornata storta, forse troppi dolci natalizi, forse troppo tempo senza pallone, forse qualche tombola andata male, fatto sta che il Bari non è riuscito a sfruttare l’occasione  raccogliendo solo un punto qui nella Tuscia salvandosi con il rotto della cuffia dal pantano del vicino lago di Bolsena.

Qui, nella “città dei Papi”, al cospetto di una Viterbese decimata da infortuni e squalifiche, Vivarini ha mandato in campo il solito 4-3-1-2 con il recupero di Di Cesare ma dopo cinque minuti è subito vantaggio laziale con  Bensaja, con la difesa del Bari impreparata, che prende la mira e batte Frattali. E’ l’1-0. Partita tutta in salita per il Bari la cui manovra è compassata pur giocando in una sola metà campo, quella laziale. E subire un gol ad inizio gara ci sta: quello che non ci sta e che non deve mai esserci per una squadra come il Bari, è il non riuscire ad raddrizzare la gara con tutto il tempo a disposizione.

A un soffio del pari va il Bari con Perrotta che non raccoglie un assist dalla destra: bastava toccarla per spingerla in rete. E che non sia una giornata propizia lo si vede anche dall’infortunio di Hamili che è costretto ad uscire per un problema serio alla spalla, per far posto ad Awua.

Errico, con un gioco di prestigio tra i piedi, va vicinissimo al raddoppio saltando due difensori e sparando alto ad un metro dalla porta. Squadra tignosa la Viterbese che si difende bene e che sa partire bene in contropiede.

Simeri colpisce di prima senza badare al sottile calciando verso la porta ma una leggera deviazione manda la palla in angolo.

Il Bari ha difficoltà in fase di impostazione e nel trovare spazi giocabili perché la Viterbese si chiude in undici, e far breccia tra le maglie chiuse ermeticamente gialloblu è terribilmente complicato giocare. Serve ampiezza insomma, allargare il gioco, bisogna essere più veloci nel gestire la palla che tra l’altro rimbalza male per via delle critiche condizioni del campo.

Perché la squadra diventi più pericolosa Vivarini deve inventarsi qualcosa perché il Bari ha combinato poco o nulla. Bisogna approfittarne, insomma, la Reggina ha perso e non si può e non si deve perdere oggi. E, se vogliamo, nemmeno pareggiare.

Il secondo tempo è simile al secondo. La Viterbese si chiude rinunciando anche al contropiede, si difende con ordine, ed il Bari in totale confusione nel gestire il gioco, non riesce ad approfittarne.

Ma qui occorre pareggiare come minimo. E allora Vivarini cambia Terrani per D’Ursi e Perrotta per Costa con Antenucci dietro le due punte.

Ma la sostanza non cambia. E’ ancora la Viterbese con Bunino a sfiorare il raddoppio con un tiro da fuori area che Frattali devia coi pugni. Sarà, questo, l’unico tiro in porta laziale. Manca la qualità per impostare l’azione, manca lucidità e fantasia.

E’ talmente tanta la confusione e scarse le idee che il Bari regala letteralmente due corner agli avversari.

Ci si aspettava nel secondo tempo un Bari arrembante ed invece non ha organizzato nemmeno una occasione da rete. Incredibile ma è così. Ci prova, allora, Vivarini con Corsinelli e Ferrari.

Con la difesa viterbese ferma in area, Bianco con la testa sbaglia clamorosamente il pareggio e quando sembra tutto finito, Simeri con una gran giocata sulla destra, trascinando mezza difesa, mette al centro un pallone che D’Ursi con una mezza girata capitalizza in gol siglando il pareggio.

Anno nuovo, Bari diverso. Oggi c’era da sfruttare una grande opportunità, una di quelle chance attese da tempo generata dalla sconfitta della Reggina contro la Cavese di ieri, sconfitta che ha scaldato i motori al Bari ed illuso tanti tifosi che già pregustavano i sette punti di distacco. La lunga serie di risultati utili consecutivi, infatti, ha smosso di un punto la classifica rispetto alla Reggina. Del resto se il Bari voleva proseguire nella difficile rincorsa aveva l’obbligo di vincere, così come dovrà essere quasi sempre in quanto nove punti sono ancora tanti da recuperare, per questo occorre pensare solo a vincere e a sperare in qualche ulteriore blackout calabrese altrimenti è bene che si pensi a mantenere il secondo posto. La squadra di Vivarini ha mostrato una prestazione insufficiente, lontanissima dagli standard del girone di andata, forse la sosta gli avrà fatto malissimo.

Partita giocata male da parte del Bari, pressoché assente il tasso tecnico superiore, poche le occasioni, scarsa la tenuta atletica dopo quasi un mese di astinenza dal pallone, insomma un Bari irriconoscibile che rosicchia, sì, un punto alla capolista ma che dopo averlo visto all’opera, dà l’impressione di averci messo una pietra sopra per il discorso primo posto anche se la matematica non lo condanna. Troppa foga all’inizio, ma in genere in tutta la gara, ha reso i giocatori imbambolati, la squadra sapeva l’importanza della gara ma in campo è entrata troppo contratta, si voleva distruggere l’avversario ma è mancata la voglia e la rabbia giusta, è mancata l’attenzione di tutti nella ricerca degli attaccanti oggi meno sincronizzati, tutti troppo frettolosi sulla palla. Sporchi nel gioco anche se le motivazioni c’erano. Si è subìto il gol a freddo poi si è fatto il gioco della Viterbese, squadra fisica coriacea che non ha mai lasciato spazio al Bari che non si è mosso quasi mai in sincronia causando una gara di sofferenza, per questo ci voleva qualcosa in più visto che la Viterbese stava chiusa nella propria metà campo e D’Ursi, tirato fuori dal cilindro da Vivarini, ha rotto l’incantesimo.

Adesso occorre rinforzare la squadra, innestare ulteriore qualità e fame e ritrovare la forma del girone di andata.

Massimo Longo

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