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Migranti. Smantellati i decreti Sicurezza

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Il 31 dicembre prossimo per circa 20mila clandestini andava a scadere la protezione umanitaria, ma il Viminale ha deciso di prorogarla a data da destinarsi concedendo il permesso di soggiorno temporaneo, tutto ciò con un costo di 6,8 milioni di euro

Di fatto è lo smantellamento dei decreti Sicurezza voluti dall’ex ministro Matteo Salvini. La comunicazione del cambio di rotta, arriva direttamente dal ministero dell’Interno, che ha diffuso una nota per tranquillizzare quei circa 200 Comuni che rientrano nel piano “accoglienza diffusa”, che avrebbero perso i contributi e che adesso per tutto il 2020 continueranno a spartirsi i fondi per mantenere gli immigrati. Tradotto in soldoni si tratta di circa 50 milioni di euro in più destinati per i progetti ex Sprar (Servizi di protezione richiedenti asilo) e oggi denominati Siproimi.

La conseguenza pratica di questo provvedimento di rinvio sine die, è che circa 20mila extracomunitari maggiorenni, non avendo i requisiti per la protezione internazionale o il diritto all’asilo, il 31 dicembre prossimo avrebbero perso la tutela perché senza alcun titolo di soggiorno ed ora invece rimarranno inquadrati nella cosiddetta seconda accoglienza.

Ma non è finita, questa proroga della protezione umanitaria necessita di fondi per continuare a gestire questi migranti e così il governo ha deciso di stanziare 6,8 milioni di euro che serviranno per attivare un sistema per ampliare la valutazione dei provvedimenti di protezione fino al riconoscimento dell’asilo temporaneo, ossia tra i 2 e i 5 anni, oppure permanente a seconda delle caratteristiche del richiedente.

Questo nuovo sistema, per la felicità di vari sindaci tra cui Leoluca Orlando e De Magistris, farebbe superare qualsiasi vincolo al rimpatrio coattivo, consentendo solo i rimpatri volontari.

Permessi prorogati a 20mila clandestini e stanziati altri 6,8 milioni

Il 31 dicembre prossimo per circa 20mila clandestini andava a scadere la protezione umanitaria, ma il Viminale ha deciso di prorogarla a data da destinarsi concedendo il permesso di soggiorno temporaneo, tutto ciò con un costo di 6,8 milioni di euro

Di fatto è lo smantellamento dei decreti Sicurezza voluti dall’ex ministro Matteo Salvini. La comunicazione del cambio di rotta, arriva direttamente dal ministero dell’Interno, che ha diffuso una nota per tranquillizzare quei circa 200 Comuni che rientrano nel piano “accoglienza diffusa”, che avrebbero perso i contributi e che adesso per tutto il 2020 continueranno a spartirsi i fondi per mantenere gli immigrati. Tradotto in soldoni si tratta di circa 50 milioni di euro in più destinati per i progetti ex Sprar (Servizi di protezione richiedenti asilo) e oggi denominati Siproimi.
La conseguenza pratica di questo provvedimento di rinvio sine die, è che circa 20mila extracomunitari maggiorenni, non avendo i requisiti per la protezione internazionale o il diritto all’asilo, il 31 dicembre prossimo avrebbero perso la tutela perché senza alcun titolo di soggiorno ed ora invece rimarranno inquadrati nella cosiddetta seconda accoglienza.

Ma non è finita, questa proroga della protezione umanitaria necessita di fondi per continuare a gestire questi migranti e così il governo ha deciso di stanziare 6,8 milioni di euro che serviranno per attivare un sistema per ampliare la valutazione dei provvedimenti di protezione fino al riconoscimento dell’asilo temporaneo, ossia tra i 2 e i 5 anni, oppure permanente a seconda delle caratteristiche del richiedente.

Questo nuovo sistema, per la felicità di vari sindaci tra cui Leoluca Orlando e De Magistris, farebbe superare qualsiasi vincolo al rimpatrio coattivo, consentendo solo i rimpatri volontari.

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