Principale Arte, Cultura & Società La Società del dovere

La Società del dovere

 
Eravamo un popolo di formiche ed abbiamo ricostruito l’Italia distrutta dalla guerra, con un’immane dose di sacrificio, ma principalmente con uno spiccato senso del dovere. Sotto la sferza della responsabilità verso i propri figli, i nostri padri hanno ricostruito questa nazione e noi, figli della guerra, abbiamo partecipato alla sua ricostruzione, portando la nostra nazione al “BOOM ECONOMICO” e, ad un sano benessere diffuso in tutta la società, con lo stesso spirito di sacrificio e lo stesso spiccato senso del dovere. Tutto ciò costruito con una ferrea volontà di ripresa e con l’altrettando ferreo senso del dovere. Poi abbiamo acquisito i diritti, ma abbiamo abbandonato i doveri e, ci siamo trasformati in un popolo di termiti che ha divorato il benessere costruito sull’ara del dovere. Oggi, con gli uomini del “dopo Boom”, di tangentopoli, di Craxi, di Berlusconi e di tutto ciò che è seguito, siamo diventati il fanalino di coda dell’Europa e stiamo portando la nostra nazione allo sfacelo.
 
ITALIA NOSTRA 2011
 
Sotto le bombe della guerra sono nato
 
al suono assordante delle sirene,
 
che nella mente ancora mi frastuona
 
lugubri ululati di cupo terrore,
 
ad annunciare nefasti presagi.
 
Grazie alla volontà della “Resistenza”
 
dei veri figli, votati alla morte,
 
contrita nel pianto di disperazione,
 
all’ultimo anelito l’Italia si è desta,
 
intrisa di sangue e lorda di cloaca
 
e sulla viltà dei suoi soverchiatori,
 
libera dal giogo, ha cantato vittoria.
 
Gli stessi figli che l’hanno liberata
 
l’hanno riscattata con onesto zelo,
 
per fargli alzare mestamente il capo
 
alla nuova luce ed alla dignità,
 
garantendogli l’anelata libertà.
 
Uomini illustri che l’affrancarono
 
dall’atroce giogo della tirannia,
 
sul sacrosanto principio del dovere,
 
hanno costruito la nuova società,
 
la società della vera “Democrazia”
 
e sulla strada di un sano progresso,
 
l’Italia ha imboccato la nuova via.
 
Con la forza della “Meritocrazia”
 
sull’estremo duro lavoro dei padri,
 
sostenuto dai sacrifici delle madri
 
e dalle privazioni dei propri figli
 
ma rispettando il senso del dovere,
 
è fiorita la società del benessere
 
su cui è sorta la “Dirittocrazia”.
 
Tutto e subito è stato promesso
 
ma solamente per mera demagogia,
 
sì per accrescere l’insano potere,
 
stretto nelle grinfie dei nuovi tiranni
 
e sul lavoro dei soliti onesti
 
proliferarono i soliti furbi
 
mentre il debito pubblico cresceva;
 
cosicché è nata la “Furbocrazia”.
 
Pochi probi hanno alzato il capo
 
contro l’ignominia dei soverchiatori
 
ma, sotto la clava del tristo potere,
 
hanno subito l’estremo sacrificio
 
ed all’ombra della nuova egemonia,
 
si è radicata la “Tangentocrazia”.
 
Pochi onesti si sono ribellati
 
e qualche giusto ha rialzato il capo,
 
ma senza indugio è stato prostrato,
 
nella cloaca della nuova società,
 
la società dei corpi inanimati,
 
figli della stupidaggine umana;
 
cosicché, è nata la “Stupidocrazia”
 
la trista società del lieto bengodi.
 
Dal connubio tra un noto ottimista
 
ed il cipiglio di un duro leghista
 
è nata l’allegra società sfascista,
 
governata dal “Presidente a Cucù”
 
un presidente belloccio con la grana
 
che però, ci ha mandati a puttana,
 
sommergendoci nell’olezzante puppù.
 
Il medio alzato del noto leghista,
 
fu il segno del tempo cui eravamo,
 
ma tutto partì dal famoso “Porcellum”
 
condito bene da leggi ad personam,
 
che l’ignavo popolo ha soggiogato,
 
ed al nuovo ducetto lo ha prostrato.
 
Così l’italiano lieto e giocondo,
 
si è fatto prendere per il suo fondo,
 
tra menzogne, bunga bunga e burlesque,
 
tra riti leghisti e ronde padane,
 
tutto finisce soltanto a puttane.
 
Umiliante, degradante, deprimente
 
è vedere il popolo italiano,
 
prostrato ai suoi piedi, convintamente
 
che fosse l’uomo della provvidenza,
 
così per colpa di una mente stolta,
 
che ha offerto l’Italia alla mafia,
 
siamo approdati alla “Mafiocrazia!”
 
Così finì la bella Italia Nostra,
 
nelle avide mani di “Cosanostra.”
 
Io vengo da un mondo, che ormai sembra abbia cessato di esistere “LA SOCIETA’ DEL DOVERE” in cui, Il dovere era la regola di vita e l’unico sacrosanto diritto era il diritto al lavoro, sancito anche dalla costituzione su cui è stata fondata questa nuova società per cui, si riusciva a sopravvivere solo facendo il proprio dovere, lavorando onestamente e duramente, come suol dirsi, con il sudore della fronte! Quando ero ragazzino era un dovere rispettare tutti gli altri, i vecchi, le donne, i grandi ma era anche un dovere rispettare i più piccoli, tant’è che mi chiedevo chi dovesse rispettare me! Era un dovere amare Dio, era un dovere amare la Patria ed era un dovere amare la famiglia! Così procedendo, era un dovere studiare, un dovere lavorare, un dovere fare il militare e, marciando ordinatamente in questa direzione, accompagnati per mano dal mitico Alcide De Gasperi e poi, dal compianto Aldo Moro, la strada dei doveri ci ha portato al favoloso “BOOM ECONOMICO” dei favolosi anni ’60. Nel 1959 la lira italiana, sotto la presidenza dell’altro mitico Luigi Einaudi, ha ottenuto il premio Nobel della stabilità monetaria, perché per molti anni ha mantenuto quasi fisso il rapporto di 625 lire x 1 dollaro. Questo, era il segno evidente del benessere raggiunto con il sudore della fronte e con il senso del dovere! Grazie al sano e forte senso del dovere, il benessere raggiunto consentì ad un popolo di emigranti e di lavoratori di diventare anche un popolo di benestanti che però, fece accrescere smisuratamente i bisogni e mise in cantiere una nuova società “LA SOCIETÁ DEI CONSUMATORI”! E da quel momento tutto si è trasformato in business! Comunque, proseguimmo così fino al ’68 quando esplose la rivendicazione dei diritti e della liberalizzazione dei costumi, portata alla ribalta dalla nuova società emergente “LA SOCIETA’ DEI DIRITTI” alla quale tutto era dovuto e tutto era consentito, traformando la comune etica del rispetto e del dovere in liberticidio puro. Da quel momento si insediò “il popolo degli aventi diritto” e così, sbocciarono una infinità di diritti! Il diritto alla casa, il diritto alla scuola, il diritto alla sanità gratuita, il diritto al “6” politico e cioè, alla promozione senza dover studiare, il diritto di andare in pensione a quarant’anni (ma solo per i privilegiati), il diritto all’esenzione dal servizio militare (che poi è stato spudoratamente abolito, per non sobbarcare di responsabilità le nuove generazioni, con i risultati che oggi subiamo), il diritto alla sessualità ostentata e depravata anche a discapito dei più deboli, il diritto alla felicità a qualsiasi costo, insomma “ il diritto dei diritti.” Invece, i doveri dovevano incombere soltanto sugli altri! Fu così, che il diritto al lavoro diventò soltanto “il diritto allo stipendio” ma oggi, ovviamente, è diventato soltanto “un diritto fasullo” o meglio, vale soltanto per i più furbi o  per alcune classi privilegiate, poiché l’economia del lavoro produttivo ormai và regredendo, con l’invasione di nuove realtà economiche provenienti dalle nuove potenze economiche emergenti. Daltra parte, se tutti pretendono solo diritti, chi deve provvedere ai doveri? Il sempre più scarno “popolo dei doveri” fu messo sempre più sotto affanno e non riuscendo più a sostenere la mole dei diritti degli altri, ha imboccato la via dell’estinzione. Nell’anno 1982, l’Italia era nelle avide mani di Bettino Craxi ed eravamo in piena società dei diritti e nel pieno dell’esplosione esponenziale del debito pubblico italiano ma non a caso, era anche il periodo che preludeva tangendopoli. Fu anche l’anno in cui ammazzarono il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che, a mio giudizio, rappresentava il simbolo del sano dovere e, concordo pienamente  con chi disse che con l’uccisione del generale Dalla Chiesa fu uccisa anche la speranza. In quell’anno ho dipinto un quadro, a lui dedicato, intitolato “Abbuffacolo 1982” dove viene rappresentato un “Cenacolo” verso cui viene trasportata l’Italia, come portata gastronomica, da dare in pasto ai rappresentanti del potere, sui quali campeggia una scritta “la corruzione è la virtù del potere”. Sono passati 35 anni e purtroppo, si sta verificando ciò che temevo; una classe di governanti inetti, corrotti e famelici si sta mangiando l’Italia mentre i cittadini, attenti solo alle proprie individuali istanze, girano la testa dall’altro lato! Oggi, siamo giunti ad una società senza doveri ma di conseguenza anche senza diritti, in cui si sta preparando uno sconquasso catastrofico che metterà in pericolo il suo bene più prezioso, realizzato sul sangue e sul lavoro dei nostri padri “LA DEMOCRAZIA!” La democrazia è un valore inestimabile che profonde equamente benessere ed anche felicità, a chi la sa cogliere, ma è una forma di società che si regge sul giusto rapporto tra i doveri ed i diritti, altrimenti diventa un mostro che fagocita se stesso; se non viene praticata in maniera corretta e con la effettiva partecipazione di tutti, diventa una perfetta forma di dittatura in cui, i potenti rubano, ma i responsabili siamo noi! La democrazia non è un’utopia, ma è una strada difficile e faticosa da percorrere, intralciata dalla lotta, dal pericolo e dal sacrificio estremo, ma è sempre tracciata dal forte senso del dovere. La vera democrazia è il riconoscimento dell’uomo giacché, ogni uomo spiritualmente è uguale all’altro uomo! Perciò, solo se c’è il rispetto per ogni singolo uomo c’è rispetto per tutta l’umanità ma ancora di più, per “L’UMANITA’ FUTURA” in quanto, il vero senso della vita è la preparazione dell’umanità futura. La partecipazione di ogni singolo individuo, porta l’uomo a responsabilizzare se stesso e lo protende ad acquisire una condizione superiore, qualora prende piena coscienza spirituale di se stesso. Una condizione che si potrà raggiungere soltanto quando l’uomo avrà maturato il pieno senso del dovere verso se, verso gli altri, ma ancora di più verso il supremo bene collettivo “L’UMANITA’ FUTURA” CHE DOVRÁ PROSEGUIRE IL CAMMINO VERSO LA MITICA META DELLA FELICITÁ E DELLA DEMOCRAZIA GLOBALE,  MA MAI IMPOSTA DA NESSUNO BENSÍ,  MIGLIORANDO SE STESSA, NELLA SPERANZA DI POTER TRASFORMARE QUESTA TERRA NEL NUOVO PARADISO TERRESTRE OPPURE MALAUGURATAMENTE,  PORTARLA ALLA DEFINITIVA MA INESORABILE AUTODOSTRUZIONE. Però la democrazia, come una mitica Dea, si concede soltanto a chi la sà proteggere e la sà difendere, ogni giorno ed ogni attimo del giorno! E si difende semplicemente facendo il proprio dovere! Ma, siccome è un bene troppo prezioso, bisogna saperla proteggere anche collettivamente, perché se soltanto un individuo non fa il suo dovere, può creare un focolaio del terribile male che l’affligge, un tremendo male che è sempre in agguato e che la potrebbe  portare alla sua implacabile dissoluzione, che si chiama “CORRUZIONE”. L’esatta antitesi del dovere è la corruzione, che nasce e si sviluppa, semplicemente omettendo di compiere il proprio dovere! Ed il proprio dovere è anche quello di non girare la testa dall’altra parte. Sono nato sotto le bombe ma all’alba della democrazia e forse, ho vissuto il più bel periodo storico della nostra vituperata patria e vorrei tanto che non fossimo giunti sulla soglia del suo tramonto, perché all’orizzonte vedo un sole nero, che m’inquieta l’animo di cupi presagi “la globalizzazione”. Un pericolo mortale per la democrazia, perché è una forma subdola di potere, che sta acquisendo il dominio su tutta l’umanità e la sta ponendo nelle mani di pochi uomini, avidi e spregiudicati che la potranno soggiogare in qualsiasi momento, strozzando qualsiasi anelito di indipendenza. La democrazia è la più grande conquista dell’umanità, che sboccia sul costante impegno dei piccoli uomini, sul  senso del dovere cosciente e condiviso, che è più forte di qualsiasi dovere imposto. Ogni singolo, piccolo uomo è responsabile per il bene o per il male,che produce all’umanità futura!
 
DEDICATA AL GRANDE STATISTA ALDO MORO, CHE HO AVUTO L’ONORE DI CONOSCERE PERSONALMENTE.
 
LA SUA GRANDEZZA TRASPARIVA DALLA SEMPLICITÁ DEL SUO MODO DI ESSERE ED USAVA DIRE:”QUESTA NAZIONE NON SI SALVERÁ SE NON RINASCERÁ IL SENSO DEL DOVERE”.
 
IL SENSO DEL DOVERE
 
Sul dovere dei piccoli uomini
 
fioriscono le grandi società,
 
sul sudore misto al sangue,
 
immolato al bene dell’umanità,
 
sull’ara sacra del proprio dovere.
 
Non sono solo i grandi condottieri,
 
gli orgogliosi, grandi uomini veri,
 
ma specialmente i piccoli uomini,
 
che agiscono nelle piccole cose,
 
con devozione e senso del dovere.
 
Persino i grandi imperi crollano
 
sotto l’egocentrismo dei grandi,
 
per la loro stolta scelleratezza,
 
giacché cercano soltanto potere,
 
a gloria della propria grandezza.
 
Invece, i veri grandi uomini
 
sono al servizio dell’umanità,
 
con la magia delle proprie mani
 
o con il loro eclettico sapere,
 
purché con il senso del dovere!
 
PAOLO DE SANTIS
 
 
 
 

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