Principale Attualità & Cronaca Mafiosi spaccaossa con il reddito di cittadinanza

Mafiosi spaccaossa con il reddito di cittadinanza

 

Un’operazione contro il mandamento mafioso di Brancaccio ha portato alla luce gli interessi di Cosa nostra non solo nello spaccio e nelle estorsioni, ma anche nel lucroso giro dei falsi incidenti

Percepivano anche il reddito di cittadinanza, cinque dei nove fermati dalla Squadra Mobile di Palermo, nell’ambito dell’operazione antimafia che ha fatto luce anche su su sistema di truffe alle assicurazioni con il sistema degli ‘spaccaossa‘. Tra i fermati ci sono i vertici di importanti famiglie mafiose.

L’operazione è il frutto di una complessa attività d’indagine sul mandamento mafioso di Brancaccio e sulle famiglie mafiose di Corso dei Mille e Roccella. “Per la prima volta una indagine conferma l’interessamento diretto di cosa nostra in episodi di truffa, attraverso i due fratelli Marino, Stefano e Michele, a cui viene contestato il reato di associazione mafiosa”, spiega il capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti.

I due fratelli Marino – secondo gli investigatori – sono soggetti con una storia criminale abbastanza affermata: “Questo gli ha consentito – aggiunge Gianfranco Minissale, dirigente della I sezione della Mobile – di avere il controllo delle piazze dello spaccio del territorio. Arrivando a raccogliere ragguardevoli somme che servivano anche per sostenere il mantenimento dei familiari dei detenuti”. Dalle indagini emerge che l’introito quotidiano, proveniente dallo spaccio di cocainacrac ma anche hashish, nella sola piazza dello Sperone, si aggira sui cinquemila euro. 

Accanto agli storici interessi per le rapine e lo spaccio di droga, capillarmente controllato anche attraverso il supporto di ‘quadri intermedi’, è emerso come anche il lucroso mercato delle truffe assicurative richiamasse le attenzioni mafiose, anche attraverso i cosiddetti “spaccaossa” e il “sacrificio” di vittime scelte in contesti sociali degradati, disposte a subire fratture gravissime.

Si tratta di un desolante spaccato già scoperto ad agosto 2018 e ad aprile 2019, con l’arresto di decine di malviventi privi di scrupoli. È venuto fuori adesso come a beneficiare delle laute liquidazioni del danno, conseguenti ai finti incidenti, fossero le casse di Cosa nostra che introitavano grosse somme dedotte le “spese” di poche migliaia di euro da destinare agli “spaccaossa” e agli altri partecipi della messa in scena.

E’ quanto emerge dalla conferenza stampa tenuta alla Squadra mobile di Palermo dal questore Renato Cortese, dal capo della Mobile Renato Ruperti e dal dirigente della Prima sezione, Gianfranco Minissale. A percepire il reddito sarebbero i nuclei familiari di: Nicolo’ Giustiniani, Stefano Marino, Angelo Mangano, Pietro Di Paola e Ignazio Ficarotta. Per quanto riguarda Giustiniani e Stefano Marino a percepire il reddito risulterebbero le mogli. In corso le indagini sugli altri nuclei familiari. 

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