Principale Attualità & Cronaca Il momento della riflessione

Il momento della riflessione

Da tempo, tentiamo d’offrire ai Lettori un quadro sufficientemente chiaro della situazione socio/politica italiana. Non sappiamo se il nostro intento sia riuscito; sicuramente, però, ci abbiamo provato. Gli eventi di questi ultimi mesi convalidano certe nostre tesi. I tempi che abbiamo di fronte saranno “difficili”. Meglio tenerne conto da subito.

I “nodi” del Bel Paese sono anche aumentati dalla sensazione che nessuno sia in grado di scioglierli. Se il “piatto piange”, basta aumentare il carico fiscale, diretto e indiretto, e tutto sembra risolversi; anche se per poco. L’epoca delle “stangate” è finita col secolo scorso. Ora si ragiona sulle note del “riequilibrio”. Gli effetti pratici, però, sono gli stessi. Siamo un Paese dagli aspetti socio/economici incoerenti. Invece di “tagliare” dove prospera ancora il benessere, si preferisce “defalcare” da chi ha meno.

 In pratica, dalla maggioranza del Popolo italiano. Invece d’eliminare i contributi “inutili” e ridimensionare gli “utili” dei Parlamentari, pur se saranno ridotti nel “numero”, s’insistente nel colpire chi, poi, dovrebbe dare fiducia ai politici, dei più svariati schieramenti, che non la meritano. Gli economisti non provano neppure a fare altre previsioni finanziarie. Chi ancora tira avanti non è nelle condizioni d’occuparsi di quelli che non ce la fanno più. La povertà è una delle poche realtà nazionali; ma s’insistente nell’avvalorare i segnali di una ripresa che non c’è. Entro il 2020, si dovranno tirare delle somme.

 Ci vorranno anni per tornare sotto il “livello” di guardia. Neppure questa linea politica, che non riusciamo a definire, potrà invertire l’oggettiva tendenza. Quello che sembra evidente è il tramonto di tante congetture economiche. Purtroppo, l’interrogativo sul nostro futuro resta, al momento, insoluto. Le esteriorità le lasciamo a chi non ha nulla da perdere.  Terminiamo le nostre valutazioni non con la speranza di stare meglio, ma con l’augurio di non stare peggio.

Giorgio Brignola

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