Principale Politica Diritti & Lavoro Di Maio frena (anche Conte) su possibili nuove imposte

Di Maio frena (anche Conte) su possibili nuove imposte

Il capo politico del M5s dice che l’obiettivo del governo è “abbassare le tasse, non di aumentarle”. Una risposta al premier che aveva aperto alla possibilità di tassare trasporto aereo, bevande gassate e merendine per la lotta ai cambiamenti climatici

Il capo politico del M5s e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio frena su possibili nuove imposte dopo le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte che ha aperto alla possibilità di tassare il trasporto aereo, le bevande gassate e le merendine per reperire fondi per la lotta ai cambiamenti climatici e per la scuola. E proprio oggi il presidente del Consiglio da Lecce torna sul tema fisco definendolo “iniquo e inefficiente” e invocando una “riforma profonda”.

Conte parla di un piano organico in due-tre anni, carcere per i grandi evasori, stop ai condoni e risorse ai lavoratori con il taglio del cuneo. Ma Di Maio prova a stoppare le polemiche sulla possibilità che arrivino nuove tasse. “Fermi tutti – scrive su Facebook – noi abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse, non di aumentarle. E secondo me è totalmente sbagliato scatenare un dibattito ogni giorno per parlare di nuovi balzelli”.

“Un governo – aggiunge – che pensa ai cittadini lavora per bloccare l’aumento dell’Iva, che avrebbe comportato una spesa di più di 500 euro a famiglia, l’anno prossimo. Ed è questo Governo che noi sosteniamo. Un Governo che vuole fare il bene delle persone toglie tasse sul lavoro per permettere alle imprese di assumere nuova gente. Ed così che avrà i nostri voti in parlamento”.

Confindustria è tornata anche oggi a bocciare la tassa sulle merendine: bisogna tutelare le imprese, non aggredirle. “Ci sembra un cosa anomala, – afferma il numero uno degli industriali Vincenzo Boccia – visto che l’Italia è un Paese che sull’agroalimentare ha una dimensione rilevante. Vediamo di non avere effetti collaterali. Le merendine sono un aspetto importante dell’industria agroalimentare italiana come anche la questione gasolio nell’agricoltura, che si ribalta sui costi dell’agricoltura e agroindustria”.

Secondo Boccia “bisognerebbe tutelare i fondamentali di impresa e non aggredire le imprese dal punto di vista fiscale per fare cassa nel Paese. Abbiamo bisogno di più competitività per costruire lavoro: questo dovrebbe essere il fine del Paese e del governo”, conclude.

Sul piede di guerra anche l’opposizione. “Anziché tassare merendine, bibite gassate e biglietti aerei, il governo la smetta di tenere artificiosamente in vita Alitalia con il denaro dei contribuenti, ad esempio”, scrive su Twitter il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. Anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, attacca: “Che questo governo sarebbe stato una tassa micidiale per il Paese lo sapevamo, ma l’inizio è stato anche peggio del previsto: sulla spesa pubblica improduttiva non muoveranno un dito, ma in compenso stanno già inventando ogni giorno un nuovo balzello contro le categorie produttive e i risparmiatori.

Dai prelievi al bancomat alle merendine, dalle bevande ai biglietti aerei è tutta un’escalation per arrivare a un solo, inevitabile approdo: la patrimoniale giallorossa. Altro non ci potevamo aspettare dal governo delle quattro sinistre e delle mille tasse”.

E gran parte dell’intervento di Conte dalle giornate del lavoro di Lecce è stato proprio dedicato al fisco: “Ha bisogno di una riforma profonda perché lo giudico iniquo e inefficiente. Quello fatto fin qui non è ancora una riforma organica. Dobbiamo addivenire a una disciplina organica che non faccia percepire il fisco come un nemico”, afferma. Il premier si dice “favorevole a pene anche detentive per gravi evasioni, ma dobbiamo anche alleggerire la pressione fiscale. Il cuneo fiscale per risorse a favore dei lavoratori. Faremo un passaggio significativo su questo fronte, avremo due o tre anni per lavorare al disegno di ridefinizione del fisco”, specifica.

Ma assicura che non ci saranno altri condoni: “Le definizioni agevolate per me son una tantum, i condoni sono serviti a avviare una riforma ma non possono diventare parte integrante di una disciplina fiscale”. Sul reddito di cittadinanza infine il presidente del Consiglio sottolinea che bisogna “continuare a lavorare perchè sul piano attuativo la forza di quello strumento è recuperare persone emarginate dal mercato del lavoro, se non riusciamo a fare questo richiamo di avere una misura meramente assistenziale che lascia il tempo che trova”.

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