Principale Politica Diritti & Lavoro Rivoluzione in Parlamento: cambiano gli equilibri

Rivoluzione in Parlamento: cambiano gli equilibri

La formazione della nuova creatura politica di Matteo Renzi (“Italia Viva”) ha determinato numerose conseguenze. Nuovi sono gli assetti che si stanno formando all’interno dell’attuale Parlamento, gli equilibri si stanno modificando.

Al momento Renzi e la sua Italia Viva avrebbe 41 parlamentari di cui 38 sono fuoriusciti dal Partito Democratico, uno da Forza Italia e altri due rispettivamente dal Partito Socialista e da Civica Popolare. L’ex segretario del Pd riesce nell’impresa di costituire un gruppo parlamentare anche al Senato. A Palazzo Madama infatti non è possibile costituire un gruppo a meno che il suo simbolo non sia stato presentato alle ultime elezioni, motivo per il quale inizialmente Italia Viva non costituiva gruppo a sé stante. In soccorso di Renzi giunge però Riccardo Nencini, socialista, che accetta di accostare il suo partito al nuovo nato di Renzi. Il nuovo gruppo si chiamerà Psi-Italia Viva. In Senato ora il Pd avrebbe 37 parlamentari a causa della fuoriuscita di 13 che si sono spostati con Renzi.

Nuovo percorso anche per Forza Italia. Infatti, il governatore della Liguria Giovanni Toti ha firmato a Roma l’atto costitutivo di “Cambiamo!”, il suo nuovo partito. Lo seguiranno 4 senatori e 4 deputati, fuoriusciti da Fi che avevano formato una nuova componente del Gruppo Misto. Anche per Berlusconi, potrebbe essere l’inizio della fuoriuscita di molti: al momento si passa da 61 a 57 seggi. Non bisogna dimenticarsi di Mara Carfagna, che continua a criticare l’attuale posizione del centrodestra, e l’ormai (forse) indebolimento del ruolo di Silvio Berlusconi. Questa dinamica potrebbe riservare ancora sorprese.

Un’altra novità è anche quella di Lorenzo Cesa, Udc, che ha annunciato la nascita di un nuovo partito di area democristiana; una formazione politica che dovrebbe raccogliere rappresentanti dell’area cattolica. “Sarà una Dc proiettata nel futuro”, ha dichiarato.

Nulla sembra dunque deciso, così come le future defezioni.

Di Sara Carullo

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