Principale Politica Diritti & Lavoro Economia parlamentare

Economia parlamentare

In una Penisola di disoccupati, cassintegrati, licenziati, pensionati, al limite della sopravvivenza, anche ai Parlamentari dovrebbero essere ridimensionata, di molto, le competenze economiche e il correlato trattamento previdenziale. Vedremo se il nuovo Potere Esecutivo sarà in grado di ridimensionare le cospicue rendite ancora in essere.

Chi ha avuto l’onore d’essere eletto a rappresentare il Popolo italiano, dovrebbe esercitare il suo mandato in economia. Godendo, in linea di principio, delle stesse agevolazioni previste per i lavoratori in trasferta. Per tutti, insomma, un rimborso spese documentato. Più un gettone di presenza in aula da quantificare. Gli “Onorevoli” dovrebbero essere invitati a far loro questi principi. A Montecitorio e a Palazzo Madama, per loro manifesta volontà, i Parlamentari dovrebbero decretare di rientrare nella fitta schiera economica dei comuni mortali. La carriera politica è una delle tante. Neppure la più difficile o particolarmente specialistica. Così, tenuto conto dell’impegno e dell’effettiva presenza in Parlamento degli interessati, i “compensi” dovrebbero essere equiparati agli “onorari” di chi campa sulle “parole”.

Basta con le pensioni di legislatura. Perché un mandato parlamentare non può valere, a tempo debito, un sostanzioso vitalizio. In questo modo, i sacrifici sarebbero meno amari per tutti e far politica significherebbe interessarsi, in primo luogo, ai problemi degli altri. Una riforma in tal senso non richiederebbe modifiche costituzionali e sarebbe la strada più breve perché voluta dallo stesso Potere Legislativo della Repubblica. Con effetti meno dirompenti della prevista riduzione del numero dei parlamentari.

Giorgio Brignola

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.